quiSalento in edicola e on-line

l'Ilva a Sanremo: Gabriella Martinelli racconta

Gabriella-Martinelli_phLauraSbarbori
Tempo di lettura: 2 minuti





Da Taranto a Roma, da Roma a Sanremo, con un talento cristallino che emerge sempre di più, giorno dopo giorno. Presenza scenica e grinta da vendere, Gabriella Martinelli aveva recentemente fatto parlare moltissimo di sé con l’exploit del suo secondo disco, “La pancia è un cervello col buco, album apprezzatissimo da critica e pubblico. E poi si va sempre più in alto, con la partecipazione alla prossima edizione del Festival di Sanremo, in gara nella categoria “Nuove proposte” insieme al rap di Lula, con la canzone “Il gigante d’acciao”, un brano che si carica di temi sociali, con l’Ilva di Taranto ingombrante protagonista. E ancora la collaborazione con Warner Music Italia che promuove il singolo, prodotto da Brando/Go Wild, uscito pochi giorni fa in tutte le piattaforme digitali e in rotazione radiofonica.





Abbiamo raggiunto Gabriella per una veloce chiacchierata, in attesa di apprezzarla sul celebre palco dell’Ariston.





Cosa ti aspetti da Sanremo, come ti stai preparando a questa grande esperienza?





Vivo questa come una grande opportunità, sono emozionata ma molto concentrata.
Mangio moltissimo e faccio lunghe passeggiate. Io e Lula siamo cariche e vogliamo dare il massimo su quel palco così importante.
Negli scorsi mesi ho scritto moltissimo continuando a rubare dalla mia vita, da quella degli altri, dai miei viaggi e le fantasie. Subito dopo Sanremo sarò impegnata nella realizzazione del mio nuovo progetto discografico per Warner Music Italia con la produzione artistica di Brando / Go Wild.





La scelta di un brano così forte e “autobiografico”, che affonda le radici nella quotidianità di Taranto, è più una necessità artistica o sociale?





I miei cugini sono ex dipendenti Ilva. Mio nonno ha lavorato tutta la vita in una fabbrica. Era una sera d’agosto quando ho scritto “Il gigante d’acciaio”. Ero sull’autobus che mi avrebbe riportato nella Capitale. L’autobus parte sempre dal porto mercantile, un posto a due passi dal quartiere Tamburi, detto anche il 'quartiere rosso' perché vicinissimo al gigante d’acciaio che sprigiona una polvere rossiccia, un composto di metalli pesanti che si deposita dappertutto: sulle facciate delle case, lungo i marciapiedi, sulle foglie degli alberi e nei polmoni della gente.  Quando spira forte il vento la città ha paura, le donne chiudono le finestre e i bambini non vanno a scuola.  Chi vive giù conosce bene tutto questo. 





La musica può contribuire ad un cambiamento e a me piaceva l’idea di fare qualcosa per la mia città, di sensibilizzare su un argomento di cui non si parla mai abbastanza. Volevo non rimanesse storia di pochi e ho coinvolto Lula, un’artista sensibile e grintosa che ha abbracciato l’argomento con grande sensibilità e ha scritto lo special del brano. Ci tengo a dire inoltre che ‘Il gigante d’acciaio’ abbraccia un messaggio che va anche oltre il caso ex Ilva. È la storia di chi vive di sacrifici, di chi combatte con una serie di muri, spesso anche culturali, di chi fa fatica a vedere davanti a sé un futuro.





Come vedi il futuro della tua città? Credi che ci possa essere una scelta? Credi che possa esserci “un’altra volta”?





Me lo auguro, speriamo che si possa trovare la soluzione migliore per la città e per la gente che ci vive. Io e Lula canteremo il nostro messaggio di speranza a cuore aperto sul palco dell’Ariston e lo faremo con tutta la grinta e l’energia possibile.


Articoli correlati

Dallo stesso Autore