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Viaggio sentimentale nel Salento

prete
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Dal Salento sono stato lontano. Nel Salento, spesso, ci sono ritornato. La lontananza, il tempo della lontananza, ha preservato immagini che la permanenza avrebbe forse reso opache o impolverato”. È racchiusa in queste parole tutta l’essenza del viaggio intrapreso da Antonio Prete nel suo libro “Torre Saracena. Viaggio sentimentale nel Salento”, edito da Manni. Un itinerario, intimo e delicato, che attraversa i luoghi dell’infanzia e dell’adolescenza dell’autore regalando istantanee di un Salento altro, fatto di autentica bellezza.




Quello di Prete, scrittore e professore universitario che ha lasciato la sua terra subito dopo il liceo, è un lungo cammino guidato dall’occhio della memoria. Nel racconto le linee reali del visibile dialogano con i ricordi, il risultato è un album affascinante a metà tra “rievocazione e fisico itinerario per strade e paesi della piccola penisola”. Prete accompagna, con passo lento e appassionato, nei luoghi e nelle tradizioni della provincia leccese: dall’armonia nascosta della Cava di Bauxite ai colori e ai profumi che invadono le piazze nei giorni delle feste patronali, dalla “divina sproporzione” di Santa Croce all’inattesa bellezza di una Gallipoli invernale.

E poi, ancora, Castro e la sua storia scritta sulle imponenti mura medioevali, Otranto e il suo faro, le terre petrose d’Arneo, la bella Badisco con grotte e segni danzanti, le strade barocche della splendida Lecce. Il volume raccoglie immagini, personaggi, antichi mestieri e modi di dire, custodisce e rievoca, sorprende ed emoziona, senza escludere la rappresentazione amara di uno sguardo nuovo, perché ritornare significa anche fare i conti con un paesaggio diverso, “deturpato, svilito o cancellato”.






Per questo motivo Torre Saracena, che dà il titolo al volume, rappresenta per l’autore il simbolo di difesa interiore di una terra, delle sue immagini, della sua memoria, vedetta accorta “contro i fantasmi di ogni volontà distruttiva”.


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