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Topolino: all'avventura tra i reperti di UniSalento

Dal 19 ottobre in edicola la storia a fumetti “Topolino e il tesoro del legionario” ispirata agli scavi archeologici di Aquinum, nel Lazio, condotti dall'Università del Salento}

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Riuscirà Topolino a trovare il tesoro del legionario? Per scoprirlo occorre aspettare pazientemente fino al 19 ottobre quando il numero 3491 di Topolino, il fumetto più celebre e amato da generazioni, sarà disponibile in edicola con la classica edizione settimanale.

La prossima avventura disneyana, ambientata ad Aquintopolis, è ispirata agli scavi archeologici di Aquinum (Castrocielo, FR) condotti dall’Università del Salento con la direzione di Giuseppe Ceraudo, docente a UniSalento di Topografia antica, anche lui “topolinizzato” per l’occasione. Topolino infatti, chiederà aiuto all’archeologo Cheraudos per svelare il mistero dell’antico reperto, il Corno di Topolomeo, arrivato nel sito di Aquinum nel 44 a.C., nascosto sul muso di un rinoceronte.



La nuova storia a fumetti intitolata “Topolino e il tesoro del legionario”, è stata presentata nel corso di un seminario tenuto a Lecce, “Unisalento a fumetti: Topolino incontra l’archeologia” nel complesso Studium 2000, alla presenza, tra gli altri, dello sceneggiatore Francesco Artibani, che ha scoperto il sito di Aquinum con “Roma Sotterranea”, un’associazione di appassionati di archeologia e speleologia e dello sceneggiatore e disegnatore Giuseppe Zironi.

La sceneggiatura è intessuta sulla ricca documentazione scientifica a disposizione e dalle informazioni raccolte sul campo, un lavoro rigoroso che restituisce una rappresentazione fedele delle attuali tecniche di indagine in archeologia nel sito.

Scavi Aquinum

Durante l’ultima campagna di scavi e ricerche condotte ad Aquinum dall’Università del Salento, è stato riportato alla luce uno stibadium in muratura, ritrovamento raro e difficilmente in un buono stato conservativo, costruito per la sala da pranzo all’interno di una grande domus. Si tratta di un grande letto semicircolare, su cui prendevano solitamente posto dalle cinque alle otto persone: i Romani più facoltosi usavano sdraiarsi a tavola per banchettare.

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