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Nella preistoria del Salento

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Le punte di selce, i canini di cervo. I reperti ceramici e gli oggetti in metallo. I rituali e le sepolture. E poi loro, le due Veneri. Scende in profondità, come ci si aspetta da una puntuale pubblicazione archeologica, il volume “La grotta delle Veneri”, dedicato all’importante sito archeologico di Parabita, a cura di Elettra Ingravallo e Renata Grifoni Cremonesi e, grazie ai meticolosi apparati, ci trasporta in un passato vicinissimo a noi, eppure ancora lontano e poco conosciuto.

L’edizione integrale dei suoi materiali è una di quelle buone notizie che fanno ancora sperare nella ripresa dell’interesse per la preistoria del Salento”, scrive Elettra Ingravallo. Anzi, il ritardo della pubblicazione, sessant’anni dopo la scoperta della grotta, è “un’opportunità”, continua, che ha consentito l’utilizzo di tecnologie prima impensabili. È doloroso, tuttavia, constatare come l’aver atteso così a lungo ha impedito alla stessa autrice di assistere al risultato. Ingravallo è, infatti, scomparsa lo scorso anno, lasciando una preziosa eredità a studenti, archeologi e appassionati, che ne hanno orgogliosamente raccolto il testimone.

Il volume affronta dettagliatamente l’argomento, dal Paleolitico medio sino all’età del Bronzo, con informazioni aggiornate su datazioni, materie prime e frequentazioni del sito nel corso dei millenni, con un rigoroso linguaggio scientifico che, tuttavia, privilegia la divulgazione e ha quasi i toni di un racconto appassionato. E di questa passione, il libro è colmo, perché per le autrici la grotta non è stata soltanto oggetto di studio ma, anche e soprattutto, “una grande parte della nostra vita”.




AA.VV.

LA GROTTA DELLE VENERI DI PARABITA

PP. 204, EURO 35

EDIPUGLIA, 2020






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