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Il critico Bodini
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È il Bodini critico, anzi “lettore-critico, un critico partecipe, che instaura un rapporto diretto con gli autori”, quello che trapela dagli scritti raccolti e curati da Antonio Lucio Giannone nel prezioso volume metaletterario “Allargare il gioco”, metafora presa in prestito dal gioco d’azzardo, con la quale Bodini ci dice che la letteratura serve proprio a questo, “includervi tutte le impurità, tutte le retoriche: e vedere poi se si è capaci di bruciarle”.
Prima fra tutte, la retorica del suo povero Sud, auspicando un rinnovamento del linguaggio, una riflessione più concreta e autentica su questa estrema provincia meridionale, un Sud “non convenzionale o di maniera, ma che è un insieme di realtà e di fantasia, di storia e di mito, di presenza e di memoria, un Sud da lui inventato”, come scriverà poi a Oreste Macrì, un Sud “mio come le mie viscere”.
Un testo magistrale di letteratura comparata, ma anche una raccolta quasi di confessioni del più europeo dei poeti salentini, che ci racconta delle letture che l’hanno formato, le stroncature della “letteratura cafona”, gli innamoramenti e le delusioni, e di una vita vissuta per la poesia.