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La casa cantoniera con la "visiera alzata" sul mare

Oltre il luogo in sé, ci sono le persone, le idee e i pensieri che diventano tangibili, che si traducono in azioni quotidiane e pratiche buone di sostenibilità. Il Celacanto di Marina Serra, sede dell’associazione Coppula Tisa, è un rifugio e un laboratorio che mai riposa, che fa l’amore con il territorio, che rispetta quel che ha intorno e ne racconta le meraviglie a chi ha voglia di ascoltare.}

Celacanto
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C'è la celebre “lucertola salentina” dell’artista Norman Mommens, che sorride fiera con la visiera alzata. C’è un pesce che si credeva estinto nel Cretaceo, ma che invece è ancora tra noi, vive e resiste. C’è un luogo al confine tra il mare e la terra, che dal mare e dalla terra cattura energia vitale per restituirla a tutti coloro che gli gravitano attorno.

Per ricostruire la storia dell’associazione Coppula Tisa e di Celacanto bisogna però partire dall’inizio. Provando a trasmettere la passione che anima le parole di Geri e Carla, che accolgono tra le mura di una vecchia casa cantoniera, raccontando che tutto ebbe inizio “ufficialmente” nel 2006, ma che in realtà i semi di un’idea di vita, di turismo e di futuro sostenibili erano stati gettati ancor prima, quando con un’azione fortemente simbolica, e grazie a una sorta di azionariato popolare, quel gruppo informale di agitatori culturali aveva acquistato un terreno privato per demolire il rudere che lo dominava, e poi lo aveva restituito alla comunità, al demanio pubblico, alla fruizione di tutti. Perché a volte serve un colpo di spugna, per cancellare le brutture del passato.

Dopo la demolizione, era tempo di ricostruire, anzi, di recuperare. E il luogo ideale per immaginare un modo lento e sostenibile di sviluppo fu individuato in una casa cantoniera, in località Marina Serra. Un edificio nato negli anni ‘60, deposito e rifugio degli operai che lavoravano per l’Anas, quando la strada costiera ancora non c’era. Oggi, la struttura è una vera e propria “dimora del cambiamento”, un fervente laboratorio di buone consuetudini, il cuore pulsante in cui turismo lento, produzioni locali, ambientalismo tecnico e sociale, economia circolare convivono, e si muovono lungo tre direttrici principali.

Ph. Rocco Casaluci

Durante i mesi invernali ci si raccoglie all’interno, per l’intimo “Cucinema”, appuntamento tra prelibatezze gastronomiche e chicche di “celluloide”. In autunno e primavera, quando il clima è più mite e le giornate non sono troppo corte, diventa una “ciclososta” per gli amanti della mobilità dolce, del godimento del paesaggio, della natura vissuta con rispetto: un punto di ristoro, una tappa dove riprendere fiato e assaporare i prodotti della filiera corta della rete del Celacanto, che da sempre, nella sua filosofia, combatte il modello “albergo sulla costa”, e si fa precursore di un approccio più “gentile” alla morfologia del territorio. Nella bella stagione (e quest’anno si inizia il 23 giugno, con cadenza settimanale, ogni giovedì) c’è poi il “Mercatino solidale” dedicato al settore agroalimentare e all’artigianato locale che, dalle 18.30, offre uno spazio di socialità e convivialità legato al buon cibo, all’autoproduzione, al riutilizzo.

Uno spazio aperto all’arte, alla musica e al dialogo, dove non è raro che si instauri anche una relazione sussidiaria con artisti, attori, musicisti che, subito dopo il particolare servizio bistrot, durante il quale si possono degustare particolari preparazioni dei prodotti dello stesso mercatino regalano spettacoli serali, con musica e piccole rappresentazioni teatrali. Infine le ultime novità di “Piano piano viene il bello”, progetto integrato di riqualificazione del giardino, dopo il tornado di qualche anno fa che letteralmente ne sradicò la pineta, e ancora un corso formativo dedicato alle “Pratiche di gestione per un turismo ospitale e sostenibile”, per lasciarsi ispirare da una “fascia di terra che abbiamo imparato ad amare nel tempo, giorno dopo giorno, scommettendo sulla qualità di una vita migliore, sulla bellezza del paesaggio naturale che sentiamo di custodire e assecondare”. Un modo di far fare pace a economia e territorio. Perché, in qualche modo, siamo tutti responsabili degli scempi e degli stupri ambientali commessi nel tempo. Anche chi ha semplicemente taciuto, o chiuso gli occhi per non guardarsi le mani.

DOVE SI TROVA: Il Celacanto si trova a Marina Serra, in via Carlo Mirabello 3, proprio all’incrocio con la Strada Provinciale 358 (la litoranea).

INFO E CONTATTI: Gli spazi del Celacanto ospitano l’associazione Coppula Tisa. È possibile avere informazioni dettagliate sulle attività in programma chiamando il numero 347/6817543, inviando una mail a celacanto@coppulatisa.it o seguendo la pagina Facebook celacanto.social coppulatisa.it

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