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Il covid e le sorprese cinesi: i mille volti del carnevale gallipolino

CARNEVALE-GALLIPOLI-Monterosso
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Nel pieno dei preparativi, in un freddo pomeriggio di marzo, quiSalento è andato a curiosare nel luogo dove prendono vita le opere allegoriche del Carnevale fuori stagione di Gallipoli, organizzato dall'Amministrazione comunale, con la direzione artistica di Alberto Greco. Inizia oggi un viaggio in tre tappe che porterà alla scoperta dei carri realizzati dai maestri cartapestai impegnati, fino al 24 aprile, nel delicato lavoro di rifinitura di strutture artistiche uniche. Si comincia con il team del maestro Franco Monterosso e il suo carro “Aspettando tempi migliori” e con la coppia composta dai maestri Cosimo Perrone e Oreste Scorrano, che sfileranno con “Sorprese cinesi”.

Verde, giallo, rosso, fucsia. Arancione, lilla, blu. I colori accesi, quasi fluorescenti, decisamente eccessivi, rappresentano la gioia in contrasto con la paura che ha attanagliato il mondo nei due lunghissimi anni di pandemia. I colori sono la risposta al buio della morte, al grigiore della malattia, sono l’unico rimedio contro la percezione di impotenza che il Covid ha generato in tutti, sin dalla sua comparsa.

Ha voluto esorcizzarlo così, questo maledetto virus, il maestro Franco Monterosso, nel carro che si appresta a sfilare per le strade di Gallipoli il 24 e 30 aprile, in un insolito Carnevale di primavera. È un omino basso, col sorriso simpatico sotto i baffi da nonno d’altri tempi, le mani da lavoratore, bianche di polvere, e una modestia che intenerisce: “Ho tanti ragazzi che mi aiutano”, dice, “sono loro il futuro, io ormai ho fatto il mio tempo”.

E da dietro il carro in costruzione, improvvisamente, tutti questi giovani apprendisti cartapestai sbucano fuori, aspettavano solo un cenno del maestro per farsi vedere, e si schierano davanti alla loro creazione, per testimoniare che credono nel messaggio che il carro “Aspettando tempi migliori” vuole trasmettere.

“Aspettando tempi migliori” del team Monterosso

“Faccio questo mestiere da 40 anni, ormai”, prosegue il maestro Monterosso, “e per la prima volta l’anno scorso abbiamo dovuto arrenderci e lasciare a metà un lavoro che di solito iniziavamo d’estate. Sappiamo che è strano sfilare a fine aprile, ma volevamo portarlo a termine e rendere omaggio a tutti coloro che ci hanno permesso di venir fuori, piano piano, dalla pandemia”.

Il corpo centrale del suo carro è il mondo, completamente circondato dai tentacoli di una piovra, intorno alla quale danzano le molecole del Covid. Il loro ghigno, però, non spaventa più come prima, perché a combatterlo c’è un “esercito” di medici, infermieri, ricercatori, ma anche le forze dell’ordine. Gli “eroi” dei nostri giorni, tutti accomunati dalla volontà di trovare una cura, di dare una speranza, di garantire la nostra salute. Quella salute rappresentata dal sole e da un grande arcobaleno che si staglia su tutto, a coronare il punto più alto di un’opera che sfiora i 12 metri d’altezza.

“C’è anche il generale Figliuolo, tra i protagonisti della fase organizzativa della campagna vaccinale, e in cima alla Terra, a schiacciare la testa della piovra, una figura in camice bianco che rappresenta il medico che ha ‘inventato’ il vaccino”. Il tempo stringe, e nel laboratorio con le mensole piene zeppe di coppe e riconoscimenti vinti nel corso della sua lunga carriera, il maestro Monterosso continua con pazienza a curare gli ultimi dettagli. Fa un cenno, e i “suoi” ragazzi scompaiono dietro le quinte, a controllare che tutto funzioni.

Oreste Scorrano e Cosimo Perrone

Ce n’è solo uno, invece, di “ragazzo” là dove sta prendendo forma e vita il carro intitolato “Sorprese cinesi”. Si chiama Oreste Scorrano, ha 32 anni, è il più giovane dei maestri cartaspestai al lavoro, e affianca il più anziano, Cosimo Perrone, 75 anni. Lo spazio stretto in cui si muovono li ha “obbligati” a costruire la loro opera in tanti pezzi, che saranno montati solo il giorno in cui imboccherà la via della sfilata.

Non era previsto questo carro, non era previsto che il maestro Perrone fosse ancora qui, nel 2022, a maneggiare giornali e colla, non era previsto ma poi… “Nel 2015 mi sono ufficialmente ritirato, ho smesso di fare carri. Se sono di nuovo qui è perché me lo ha chiesto l’unica persona a cui non potevo dire di no”. Quella persona è il suo allievo Oreste, che accanto al maestro Perrone ci sta sin da quando era un ragazzino.

“Finivo la scuola, e invece di andare a casa correvo direttamente nel suo laboratorio”, ricorda Oreste mentre attacca il filo elettrico che dà vita e colore rosso fuoco agli occhi dell’enorme testa di drago su cui stanno lavorando. “Arrivavo qui, facevo i compiti e poi mi mettevo ad imparare: quali sono i giornali giusti da usare, come si fa la colla, come si maneggia l’elettricità, come si rendono fluidi i ‘movimenti antichi’, che usiamo ancora adesso. Quelli che permettono a un bestione che sfiora i 14 metri di altezza e pesa quintali di essere mosso con un solo dito”.

Carro di Oreste Scorrano "Sorprese cinesi"

Il mio laboratorio, per Oreste, è stato un po’ come un istituto professionale”, fa eco il maestro Perrone, “imparava a costruire, a mettere chiodi, ad assemblare pezzi, è vero, ma niente di questo si può fare senza una base di conoscenza di fisica e matematica”.

Il drago, tra le immagini più rappresentative della cultura cinese, è solo la punta di diamante di un’opera che comprende anche diverse riproduzioni delle statue dell’armata di terracotta cinese. E due pacchi-sorpresa, che danno il nome al carro, e che saranno svelati solo durante la sfilata. “Probabilmente aggiungeremo anche un richiamo alla guerra, visto come è evoluta purtroppo la situazione”, conclude Oreste, “ma sarà qualcosa che parla di speranza e di futuro. Siamo tutti stanchi di tristezza e morte, e in fondo il Carnevale è proprio questo, no?”.

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