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Alessandra Amoroso guida la speciale classifica dei salentini a Sanremo

Il festival regala emozioni e grandi successi ai cantanti di Lecce e Taranto. Diodato e l’esordiente Amoroso tra i primi 13, segue Emma. Ingeneroso il 19esimo posto dei Negramaro

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È Alessandra Amoroso la salentina meglio piazzata nella classifica del 74esimo Festival di Sanremo. Entrata nella cinquina della terza serata, come Diodato nella giornata d’esordio, ha faticato a decollare nella graduatoria di Earone, ma è comunque stata protagonista di uno sprint finale degno di un velocista; complice, probabilmente, la strepitosa performance nella serata dei duetti e delle cover, accompagnata sia in prova che in diretta da applausi scroscianti.

La sua prima volta al Festival viene così coronata da un nono posto davvero prestigioso, occupato arrivando alle spalle de Il Volo e dei superfavoriti Loredana Bertè (premio della critica) e Mahmood. Una grande soddisfazione per Alessandra, approdata a Sanremo in un momento di estrema creatività, e con un brano intenso e sofferto, come nel suo stile, diretto da un altro esordiente: il maestro Francesco Mancarella.


Alessandra Amoroso


Scorrendo la classifica, e “superando” le new entry del panorama della musica giovanile Alfa, Gazzelle e Il Tre, si trova Diodato. Il festival della consapevolezza e della maturità, come lui stesso lo ha definito, lascia in dono una poesia in musica che lo rappresenta in tutta la sua profondità, delicatezza e musicalità. Aveva vinto nel 2020 ma, nonostante il 13esimo posto, si può dire abbia vinto anche in questa edizione, perché la sua canzone tocca le corde dell’anima, così come deve fare una canzone per sopravvivere al tempo.

Quattordicesima Emma, la “veterana” del quartetto, al suo quarto festival da concorrente. La sua canzone coinvolge, si ricorda subito nonostante le difficoltà tecniche che presenta, e piace molto, come testimonia la sua presenza fissa tra i 5 brani più trasmessi dalle radio italiane, sin dalla prima giornata della competizione.


Chiudono i Negramaro, che occupano un’inaspettata e forse ingenerosa 19esima posizione. Favoriti della vigilia, apprezzatissimi e stimati in sala stampa dagli “addetti ai lavori”, erano molto attesi da chi si aspettava una rivincita per l’ingiusta eliminazione dal festival 19 anni fa, quando portarono in gara una canzone diventata simbolo della loro carriera: “Mentre tutto scorre”. Giuliano Sangiorgi e la sua band hanno deciso di proporre un brano più ricercato e meno rock di quanto, forse, il pubblico si aspettasse.

Da oggi a contare non sono però più il televoto e le giurie ma chi trasmette, chi ascolta e chi compra la musica. Almeno fino a quando non si alzerà di nuovo il sipario sulla manifestazione musicale italiana più amata e contestata di sempre. Che accomuna e divide, fa discutere e mette d’accordo, annoia e diverte, trascina, attira l’attenzione o al contrario distrae. Una manifestazione che tutto sommato rappresenta in pieno il Paese. Di quelle che, se non ci fossero, bisognerebbe proprio inventarle. 

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