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Terra "cresta" di malasorte: la pizzica amara di Gabriella Genisi

È tutto ambientato nel Salento, questo giallo intrigante, annegato nel sole eppure torbido, che non risparmia una provincia cronica, dove, inevitabilmente, sbocciano tremendi fiori del male.

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Quando s’accorse che un brutto moscone s’era intrufolato nella sua cucina per finire morto stecchito nella tazza del caffè, la signora Lucia Casolaro, vedova Conte, di anni sessantasei, nata e cresciuta a Montesano Salentino, capì subito che la malasorte stava per piombarle addosso. Inizia con l’ombra nera di un presagio, “Pizzica amara”, ultima fatica letteraria di Gabriella Genisi, autrice già in confidenza con le tinte fosche del noir.

È tutto ambientato nel Salento, questo giallo intrigante, annegato nel sole eppure torbido, che non risparmia una provincia cronica, dove, inevitabilmente, sbocciano tremendi fiori del male, un’epidemia mortifera, fatale per i giovanissimi, spaesati forse in questa terra che sembra non riconoscersi più, non ritrovarsi allo specchio. Una terra nata selvatica, “d’ostriche e di lupi mannari”, una terra “cresta”, eppure obbligata a farsi docile per compiacere chi viene da fuori.

C’era una terra sconosciuta ancora impermeabile al nuovo, dove le ragnatele della criminalità organizzata si spandevano a più non posso. E c’era il mistero nero di quel Sud ancora intriso in imbuti di civiltà, di fanatismo e magia, di credenze popolari, di superstizione”. Genisi lascia venire a galla un Salento sommerso, soffocato da quell’immagine di cartolina appiccicata con la forza. Racconta di riti ancestrali che diventano ridicoli spettacolini estivi per trastullare i presenti, di paesaggi incontaminati avvelenati con rifiuti e discariche da togliere di mezzo.

Esisteva un Salento più oscuro e profondo, fatto di rituali di salvezza e patti con il maligno, che affondava le radici in un passato antico, un cattivo passato che risaliva dalle viscere fino alla terra rossa come il sangue delle campagne salentine”. Una storia avvincente, di “macàre” e tarantate, di sette e criminalità organizzata, che si legge tutta d’un fiato grazie al magnetismo del maresciallo Chicca Lopez che, in sella alla sua motocicletta, ne trascina veloce il ritmo. Ma non solo. “Pizzica amara” è anche e soprattutto un libro di denuncia, un grido di dolore di una terra calpestata, schiacciata e, in fin dei conti, mai del tutto compresa, che chiede soltanto di essere vissuta, e di vivere, in pace.





GABRIELLA GENISI

PIZZICA AMARA

PP. 360, EURO 18 RIZZOLI 2019








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