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Dieci anni di Scatola di Latta: la bellezza dell'incontro a passo lento

La Scatola di Latta, associazione di promozione sociale e scoperta del territorio, prende casa. L'intervista al fondatore Gianluca Palma, anima, mente e cuore del progetto.

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La Scatola di Latta, prima luogo immaginato, poi luogo diffuso, diventa un luogo fisico. "Per me è un po' il secondo tempo della Scatola", racconta Gianluca Palma, classe 1982, originario di Botrugno, mente, cuore e anima dell'associazione. "È la fase adulta, che porta con sé una nuova consapevolezza". È al civico 29 di via Ciro Menotti, a Botrugno, la casa della scatola, una stanza al piano terra, che al suo interno ha anche spazi al seminterrato e sopraelevati, pensata per essere una vetrina del territorio ma anche e soprattutto uno spazio di incontro e condivisione: "ci sarà una piccola libreria, i LibrinScatola, e poi immagino esposizioni di opere degli artisti e degli artigiani locali, un luogo dove ci si possa conoscere e confrontare".

Si inaugura oggi, con una passeggiata di ripartenza, la sede dell'associazione, con l'evento che parte alle 16.44 (già sold out) proprio da Botrugno per un cammino alla scoperta di "un boschetto incantato, un casolare abbandonato, il belvedere delle meraviglie, l’uliveto pubblico “rigenerato” dagli amici del Parco Paduli e tante altre cose belle e meno belle", che la Scatola di mostrare le storture della nostra terra non s'è mai vergognata. Un'esigenza, più che un desiderio, quello di investire su uno spazio fisico, per un'associazione, che sull'incontro con l'altro basa il suo operato ed è rimasta ferma per un anno a causa dell'emergenza sanitaria. Inoltre la Scatola da oggi diventa anche, ufficialmente, associazione di promozione sociale, ma per chi la segue sin dagli inizi, sa che la socialità è sempre stata al centro degli interessi per quest'avventura.

Passeggiata a Cannole

Dalle passeggiate civico-culturali alla pratica attiva dell'erranza e della restanza, dalle "colture di conoscenze" agli intrecci di relazioni "tra paesani e paesini": "L'obiettivo è sempre stato quello di sensibilizzare le persone del luogo a quanto le circonda, stimolare l'affezione per il territorio, ma anche e soprattutto il senso critico", spiega Gianluca. Mostrare il territorio, ma parlare anche dei lati meno "carismatici", come l'inquinamento del suolo, la piaga delle discariche abusive e diffuse, lo spopolamento dei paesi, la disaffezione alla terra, i limiti dell'imprenditorialità in un'area povera di servizi e di slanci economici. In questi anni di scoperta e narrazione a passo d'uomo, il territorio è cambiato: "le passeggiate si sono moltiplicate, e questo è sicuramente un bene", commenta Gianluca, "ma alcune sono fagocitate dall'industria turistica, per la quale tutto diventa merce in vendita, prodotto", un pericolo per chi nel condividere un pezzo di strada a piedi ci vede soprattutto uno strumento di educazione civica ed estetica.

Le primissime passeggiate della Scatola erano infatti, e lo sono ancora, dedicate agli abitanti del posto. "Si trattava di un esperimento sociale", scherza Gianluca, "non sapevo bene cosa aspettarmi, cosa potesse succedere, ma il ricordo della prima passeggiata ce l"ho ancora impresso". Era una passeggiata "lunatica", ovvero al chiaro di luna, nei pressi del dolmen Li Scusi a Minervino, finita all'una di notte a Badisco, con Rachele Andrioli che canta davanti al mare e la platea incantata, e stupita, di quanta bellezza si possa fare semplicemente mettendo insieme il camminare, lo stare insieme e l'arte.

Parrucchiere per uomo a Soleto - Ph. Gianluca Palma

"Disorientarsi con la poesia nella Valle dell'Idro", "Atterrare a Liranu tra storie profumate di terra, vino e fiori", "Abbracciare gli alberi a Pier di Noha e poi accarezzare Strudà", e ancora "Da Minerva ad Athena: camminata nell'antitempo", "Cinque chiacchiere a Tripuli vecchia", "A scarpe slacciate: cammini difficili ma straordinari", basta leggere il titolo dei percorsi proposti dalla Scatola (e l'orario assai singolare), per capire che queste non sono passeggiate come tutte le altre. "Ricevo telefonate di persone che mi chiedevano quanto avremmo camminato o cosa avremmo visto e fatto e io rispondo che non ne so niente", commenta ridendo Gianluca, "c'è questo approccio un po' consumistico al camminare, a me piace invece lasciarmi sorprendere dalle cose che succedono". E, quando ci si unisce alla ciurma della Scatola, è raro che non accadano meraviglie: trovarsi all'interno di una ronda spontanea, stringere nuove amicizie, accarezzare un docile asinello, lasciarsi incantare da orizzonti e paesaggi che diamo sempre per scontati, intravedere scorci mai visti nelle strade che percorriamo tutti i giorni, ascoltare poesie mentre si guarda il Salento scorrere fuori dal finestrino di una littorina.

Per questo ritorno in presenza, e questa seconda fase della Scatola di Latta, tanti sono i progetti in sospeso: quello della Scuola per Restare, quello delle passeggiate improvvisate, a spasso nei paesi salentini, ma una resta la linea guida e il monito: "non arrocchiamoci nel Salento, nella nostra bellezza, apriamoci all'altro, raccontiamo storie di partenze, ritorni, incontri, mescoliamoci e lasciamoci sorprendere". Abilità che agli amici della Scatola sicuramente non mancano.

 

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