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Palazzo Turrisi, dimora per le api

Un apiario verrà installato nel centro storico di Lecce grazie al progetto Golden Buzz, che darà avvio ad attività ditattiche e studi di biomonitoraggio}

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Difficile immaginare le città, intese come agglomerati di asfalto e cemento dall’aria irrespirabile, come luoghi ideali per la vita delle api. Le vediamo svolazzare di fiore in fiore nelle campagne, lontane dal traffico e dalla frenesia urbana. In realtà questi piccoli esserini, tanto fragili quanto fondamentali per l’ambiente e la produzione di molta frutta e verdura, stanno trovando rifugio proprio nei centri cittadini.

Anche a Lecce, presto, la terrazza di Palazzo Turrisi ospiterà due arnie, grazie al progetto Golden Buzz, ideato da Daniela De Donatis, chimica e apicoltrice amatoriale, e Antonio Barletta, pioniere dell’apicoltura urbana in Italia, che con il suo progetto Ur-Bees, nel 2010, installò sul suo balcone, a Torino, il primo alveare. Il Comune di Lecce ha approvato l'iniziativa e ha concesso uno spazio di pregio, tra i più belli del centro storico.

Le campagne sono diventate inospitali per gli insetti impollinatori a causa dell’agricoltura intensiva e dell’uso massiccio di pesticidi e diserbanti”, spiega Daniela De Donatis, con tono pacato e competente, che lascia trasparire un amore particolare per l’operoso insetto, "le api rischiano l’estinzione minacciate da malattie, parassiti, cambiamenti climatici e dalle scelte dell’uomo che a lungo andare distruggono l’habitat naturale, come le monoculture, nel Salento, l’olivicoltura".

Daniela De Donatis

E pensare che per millenni uomini e api hanno convissuto in perfetta armonia. Accoglierle nelle città potrebbe ristabilire l’equilibrio necessario per l’agricoltura e per l’ambiente, “l’impollinazione sarebbe favorita dalla presenza di piante e fiori sui balconi, nei parchi pubblici e nei giardini urbani”, aggiunge l’apicoltrice, “contribuendo al mantenimento della biodiversità sul territorio” oltre alla produzione di miele urbano, un miele di qualità. Perché le api fungono anche da “strumento” di controllo, possono fornire informazioni quantitative e qualitative molto importanti sull’ambiente circostante, paragonabile a una centralina dell’Arpa.

A tal proposito, tra gli obiettivi di Golden Buzz c’è anche quello di sviluppare, a Lecce, il biomonitoraggio ambientale: “Ogni ape bottina circa 1000 fiori al giorno”, continua l’ideatrice del progetto, “questi micro prelievi vengono depositati nell’arnia in forma di polline, cera e miele. L’analisi dei prodotti dell’alveare rivela non solo la presenza di pesticidi, metalli pesanti e le altre sostanze tossiche presenti nell’aria e nella terra ma anche su quali piante e fiori si sono posate”. Quest’ultimo è un dato molto significativo perché restituisce un atlante botanico della città, una mappa utile per l’implementazione del verde urbano, favorendo la scelta di piante mellifere per renderla sempre più a misura di ape.

Oggi, la loro tutela si gioca anche su una corretta informazione e sulla consapevolezza di cosa vuol dire proteggerle: “Uno dei nostri intenti”, dichiara Daniela, “è far conoscere il mondo delle api e la loro estrema importanza nella salvaguardia della biodiversità”. In programma ci sono percorsi didattici e formativi, visite guidate: vestiti con tute e affumicatori, ci si potrà avvicinare a un microcosmo di grande fascino, una piccola società organizzata strettamente legata all’esistenza umana. Sembrerà di fare un’immersione nella natura, tra le bellezze del centro storico con i suoi squarci mozzafiato. Il tutto sempre in accordo con le norme di contenimento del contagio, che nell’ultimo anno hanno scadenzato numerose iniziative ritardando anche l’avvio di Golden Buzz.



Del resto l’apicoltura si concilia perfettamente con i dpcm essendo praticata all’aria aperta e spesso in solitaria, anche se Daniela ha un’idea un po’ diversa: “il mio desiderio è stato sempre quello di far diventare l’apicoltura un’esperienza di gruppo” provando a recuperare le dinamiche di interazione e integrazioni che da soli si perdono. Non a caso il suo primo progetto, sostenuto dall’associazione Alveare di Lecce si chiamasse “Sciamiamo insieme”. E intorno alle arnie si è ritrovata una piccola comunità, con Api-rEvolution il primo apiario di quartiere a Lecce, nella zona 167, di cui Daniela è ideatrice e responsabile, realizzato nell’ambito del progetto LEF167 Cantieri di Antimafia Sociale. Intorno all’alveare si sintonizzano persone diverse, per età e vissuto, unite dalla passione per un piccolo mondo generoso che restituisce, tra i molti prodotti, anche un modello virtuoso di società, dove tutti cooperano per il bene della colonia.

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