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Le fiabe al telefono, una cura per resistere e sentirsi meno lontani

Marzia Quartini e Aurelia Cipollini si ispirano alle Favole al telefono di Gianni Rodari

FIABE-TELEFONO
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Un telefono per accorciare le distanze di sicurezza raccomandate, una fiaba per sentirsi meno soli. Nei giorni di emergenza sanitaria dovuta al Covid19 e alla sua diffusione, l’unico contagio permesso e possibile è quello della fantasia.

Ci hanno pensato le attrici Marzia Quartini e Aurelia Cipollini de L’arcolaio, con il progetto "Fiabe al telefono", ispirate al libro “Favole al telefono” di Gianni Rodari, nell’anno in cui si festeggia il centenario della sua nascita.

Come il ragionier Bianchi di Varese, sempre in giro per lavoro, ogni sera al telefono raccontava una favola alla sua bambina, Marzia e Aurelia, ogni martedì e giovedì, dalle 17 alle 19, al numero 349/1884928 aspettano le chiamate di chiunque abbia il piacere di ascoltare una storia. “In questo momento di paura e incertezza una fiaba diventa una cura e una carezza per l’anima, placa l’inquietudine e coltiva la bellezza”, spiegano le ideatrici. “Vorremo saltare da una città all'altra e spalancare le finestre con i nostri racconti. Sono storie della tradizione popolare provenienti da tutto il mondo, dalla Sicilia alla Toscana, dalla Svezia al Giappone”.

Tutto è gratuito”, spiegano, “non perché non diamo valore al nostro lavoro di attrici, anzi: seguiteci, cercateci e quando finalmente sarà finita questa situazione di emergenza, andate a vedere uno spettacolo, frequentate teatri, festival, gallerie, associazioni e tutti i luoghi della cultura, comprate un libro, acquistate album per sostenere la musica, date un occhio ai progetti artistici nelle piattaforme di crowfunding, comprate riviste culturali, manufatti artigianali... siate curiosi!”.

Le fiabe sono rivolte a tutte le fasce di età, da 0 a 99 anni, hanno una durata variabile dai 3 ai 6 minuti. E per chi non riuscisse ad ascoltarla al telefono, si può chiedere di essere inseriti in un gruppo WathsApp dove, la sera, vengono condivise le registrazioni. Così, prima di andare a dormire, come si fa con i bambini ci si lascia cullare dalle parole e dalle storie, per trovare un po’ di quiete e per sentirsi più vicini.

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