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La parola scritta è narrata. Nel Convitto Palmieri la storia della stampa salentina

Matteo-Bagnai
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Dalla pietra allo schermo. Da un'epigrafe messapica ai primi computer della Apple. È un lungo viaggio nella “produzione” di storie, poesie, riflessioni di intellettuali e personalità della cultura salentina, impresse sulle pagine di libri, giornali e riviste che raccontano tante comunità. Inaugura sabato 20, tra i suoni del Mediterraneo dei Radiodervish e le note classiche dell’orchestra OLES, all'ex Convitto PalmieriLa fabbrica delle parole”, percorso espositivo permanente sull’arte della stampa e della comunicazione.

Cuore della mostra è un'importante donazione di Vincenzo Martano alla Provincia di Lecce e al Polo Biblio-museale. “La famiglia Martano ha messo a disposizione della comunità macchinari, caratteri tipografici e computer che appartengono alla storia collettiva. Con l’apertura della Fabbrica delle parole diventeranno dispositivi per scrivere la storia del futuro, in un luogo che è già uno spazio per la coralità”, dice Loredana Capone, assessore all’Industria turistica e culturale della Regione Puglia.

Testimone e custode dell’impresa di famiglia, la storica tipografia Martano di Lecce, fondata nel 1903 da suo padre Salvatore nella bottega tipografica Lazzaretti e poi lasciata ai suoi e figli e nipoti. Vincenzo è appassionato di collezionismo, ha conservato con cura macchinari tipografici e tutta la strumentazione che narrano l’evoluzione della tipografia e della stampa tra Ottocento e Novecento. Dall’iconico “torchio a stella” ai vari modelli di “pedaline” per la stampa veloce, come quella usata per stampare banconote false nel film di Totò “La banda degli onesti”, dalle macchine da stampa “piano – cilindriche” dei primi anni del secolo scorso agli strumenti per il ciclostile, sino alla stampa digitale con il primo personal computer, una serie di Microcomputer Macintosh.

"Il Convitto Palmieri si arricchisce di un ulteriore elemento di valore e aumenta le opportunità di fruizione, grazie alla sinergia e all'intesa interistituzionale fra Provincia di Lecce, Regione Puglia e Polo Biblio-museale. Un segnale di speranza e di rilancio per la comunità salentina che si offre nuovamente come destinazione qualificata dei flussi turistico-culturali”, dichiara Stefano Minerva, presidente della Provincia di Lecce.

I macchinari sono inseriti in un percorso concepito da un team di esperti, che unisce la tecnica e i contenuti preziosi restituiti da quegli ingranaggi, con una sezione dedicata ai periodici che hanno animato la vita culturale del Salento: “Abbiamo voluto contestualizzare la collezione dei tipografi Martano, negli spazi e tra i libri della Biblioteca Bernardini, nel contesto del Convitto Palmieri che sempre più si propone alla comunità come laboratorio di relazioni e di conoscenza”, sostiene Luigi De Luca, direttore del Polo Biblio-museale di Lecce.

Tra le esperienze più significative, “L’Albero”, rivista collegata alla straordinaria esperienza culturale di Girolamo Comi avviata a Lucugnano nel 1949, e “L’esperienza poetica”, 1954, di Vittorio Bodini; negli anni Settanta e Ottanta le riviste letterarie il “Caffè Greco”, il “Pensionante de’ Saraceni” e il “Quotidiano dei poeti” ideate da Antonio Verri, e molte altre.

“La fabbrica delle parole” apre al pubblico con “Classica”, concerto frutto dell’incontro tra la storica formazione pugliese, i Radiodervish, e l’OLES, l’Orchestra Sinfonica del Salento. Un progetto, e disco, nato dalla sinergia dei due mondi sonori, dei due linguaggi che si fondono in una selezione di brani tratti dal repertorio storico del gruppo di Nabil Salameh e Michele Lobaccaro (come “L’esigenza”, “Erevan” e altri) e di celebri canzoni popolari di Domenico Modugno e Matteo Salvatore. Dirige l’orchestra Valter Sivilotti, che ha curato anche gli arrangiamenti del disco.

Inaugurazione, sabato 20 giugno, alle 18. "La Fabbrica delle parole" è visitabile ogni giorno dalle 8.30 alle 22.

Presentazione e concerto sono trasmessi online sulla pagina Facebook della Biblioteca Bernardini.

 

 

 

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