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Fare fogli di poesia

Antonio Verri
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“Se vuoi leggere Verri devi ristampartelo da solo”. Il consiglio di un libraio salentino è stato preso alla lettera dagli ideatori di Calamaro, piccola casa editrice indipendente che ha dato alle stampe “È come stare tra vecchi amici”, un libro prezioso e intimo, proprio come una chiacchierata tra due delle menti più importanti della vita culturale salentina, e non solo: Antonio Verri e Maurizio Nocera, amico fraterno del poeta di Caprarica.

Un testo misterioso e necessario, dove “è segnato un percorso, un sentiero, un tratturo che conduce alla contrada del cuore”, dove accanto agli scritti beat di Verri ci sono gli affezionati ricordi di Nocera, le memorie minime, delle Ms Blu fumate a Badisco o delle serate al Mocambo di Sternatia.

Un’iniziativa che ha il merito di riaccendere l’attenzione su Verri, e su alcuni suoi testi introvabili, su un poeta “inascoltato da vivo”, ma “diventato un monumento da morto”, come scrive Teo Pepe, tuttavia entrato nella memoria della terra salentina e “trasformato in un’icona soprattutto dai giovani” che con lui condividono il senso della lotta contro i mulini a vento, l’asfissia verso una provincia di periferia, la continua non appartenenza e il privilegio di sentirsi a proprio agio nell’utopia.

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