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Il Salento e quiSalento a Sanremo

Quattro cantanti salentini in gara, che diventano cinque con l’arrivo dei Boomdabash nella serata delle cover. Senza dimenticare il direttore d’orchestra Francesco Mancarella e Lele Mi sul palco Suzuki. quiSalento è a Sanremo e racconta la loro esperienza

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Sanremo parla salentino. E quiSalento non poteva mancare in una manifestazione in cui, per la prima volta, si esibiscono così tanti artisti provenienti dal Tacco d’Italia. Dopo la spettacolare, stravagante e sempre tanto attesa passerella della sera della vigilia, il Festival entra nel vivo. Alessandra Amoroso, Diodato, Emma Marrone e i Negramaro salgono sul palco più ambito e amato della musica leggera italiana portando ognuno il suo stile, unico e inconfondibile, tutti accomunati da un filo unico: la provenienza.


Sono Giuliano Sangiorgi e la sua band ad aprire la carrellata, a esibirsi per settimi nella lunghissima lista dei 30 artisti che si avvicendano nel teatro Ariston fino alle 2 del mattino. Tornano a Sanremo a 19 anni di distanza dal debutto-lampo del 2005: uscirono subito ma l’eliminazione non ne intaccò la carriera, anzi. “Ricominciamo tutto” cantano a Sanremo, un inno alla leggerezza, alla capacità e alla voglia di ricominciare sempre, a qualunque età, a dispetto di tutto ciò che di brutto può succedere nella vita.


Giuliano Sangiorgi



Altri tre artisti e poi è la volta del tarantino Diodato, decimo della lista che, a differenza della band salentina, torna sul palco dopo aver vinto l’edizione 2020, l’anno terribile della pandemia con la romantica “Fai rumore”. Nell’edizione 2024 presenta “Ti muovi”, sempre ispirata a quel mal d’amore che spesso si pensa superato, e invece continua a muoversi nelle pieghe del cuore, e dell’anima.

 

La tredicesima artista a salire sul palco è la sorridente e fragile Alessandra Amoroso, l’unica debuttante dei quattro salentini in gara. “Fino a qui” è il suo pezzo, che racconta del coraggio che ognuno deve trovare dentro di sé per rialzarsi dopo una brutta caduta.


 

Infine Emma, 19esima nella lunga carrellata, la “veterana” tra i salentini. La sua forza, la sua carica esplosiva, la sua rabbia, sono tutte concentrate in “Apnea”, il brano che porta a Sanremo e che parla delle paure di non riuscire a fare quello che si vorrebbe, di non riuscire a essere quello che si è.



 

Intorno a loro, un universo incontrollato e incontrollabile di eventi, feste, musica, sfilate, lustrini e pailletes. Un universo che cattura, travolge e ti ributta trasformato nella realtà. Perché Sanremo è anche tutto ciò che gli ruota intorno, dalle polemiche alla leggerezza, dalle stranezze alla serietà dei temi affrontati, dai tentativi di ridurlo a uno show televisivo all’eco internazionale che si porta appresso, dalle centinaia di appassionati e critici musicali ai cacciatori di selfie. È una bolla in cui si entra, e fa scomparire per cinque giorni tutto il resto, o quantomeno lo fa vedere in una prospettiva diversa.

 

Un universo in cui si muovono non solo cantanti salentini, ma anche tante altre personalità. Come Francesco Mancarella, direttore d’orchestra al debutto a Sanremo, che dirige un’altra debuttante, Alessandra Amoroso: “L’emozione è tanta, c’è una grande luce che brilla, ed è quella legata all’amicizia e al rapporto che mi lega ad Alessandra. Un rapporto che non è solo di lavoro ma di vita quotidiana, di condivisione di momenti tra persone che si vogliono bene. Sarà molto emozionante ma ho dalla mia parte proprio questa grande forza: condividere il palco con lei in questo modo è la cosa più bella che mi potessi aspettare. Mi auguro che sia un Festival ricco di sorrisi”. Che il Festival abbia inizio.

(Serena Fasiello)

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