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Storia, vino e ospitalità in riva allo Jonio

Cantina, campeggio, ristorante, agricamper. La costa nord di Gallipoli conferma la sua vocazione di accoglienza secondo natura, grazie ai Coppola.

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La cinquecentesca Torre Sabea si erge sulla scogliera, sentinella della costa a nord di Gallipoli. Una costa miracolosamente preservata dalla cementificazione selvaggia. Un nome ricorre spesso sui cartelli della provinciale che da Rivabella conduce a Gallipoli, quello dei Coppola. Cantina Coppola, Campeggio Vecchia Torre Coppola, Agricamper Coppola, La Masseria.

L’ingresso dalle mura avvolgenti accoglie il visitatore. Un viale alberato porta davanti alla nuova cantina dove la facciata a forma di pettine cattura subito l’attenzione. “È stata un’idea dell’architetto. All’inizio ero scettico ma alla fine si è rivelata un successo”, dice Giuseppe Coppola mentre accoglie nelle sale che odorano di nuovo e di fresco. Luce che attraversa grandi vetrate e terra ripresa nei colori dei pavimenti, si diffondono negli spazi della nuova cantina progettata dall’architetto gallipolino Cosimo Giungato. “Un professionista che ha preso diversi spunti dai suoi numerosi viaggi. Anche qui possiamo fare le cose per bene”, sottolinea il committente come a dire che, questa, è una bella risposta salentina alle “archistar” delle rinomate cantine toscane. Si respira la brezza marina, lo Jonio è in linea d’aria a duecento metri. “Senza dubbio è tra le cantine più vicine al mare che io conosca”, chiosa Giuseppe.

La storia dei Coppola è lunga 500 anni. Di origini siciliane, giunsero a Gallipoli nel XV secolo. Orsino Coppola nel 1489 sposò Laura Cuti, di nobile famiglia, che portò in dote una tenuta di 8 ettari in agro di Sannicola, ancora oggi di proprietà e coltivata a vigneto. Tra gli antenati illustri c’è anche il pittore Giovanni Andrea Coppola (1596) del quale in cantina si possono ammirare le copie di 22 tele che la famiglia ha donato al Comune di Gallipoli. Ma la “storia” vinicola inizia nel 1715, quando Carlo Antonio edificò ad Alezio palazzo Coppola con un palmento per la pigiatura dell’uva e la bottaia capace di ospitare 20 grandi botti in legno di castagno. Nel Novecento l’azienda agricola iniziò a strutturarsi con la costruzione dello stabilimento vinicolo, grazie a Niccolò, figlio di Giovanni, ingegnere con la passione per il vino. Carlo Antonio, figlio di Niccolò, fu il primo nel Salento a conseguire nel 1947 la specializzazione in viticoltura, enologia e aromaterìa enologica presso la Regia Scuola Enologica Umberto I di Alba. Ebbe inizio così la produzione dei vini in bottiglia. Nel 1965 l’ingegnere Niccolò Coppola realizzò il progetto della sua tesi di laurea: un grande albergo che potesse sfruttare le potenzialità turistiche del Salento, il Campeggio La Vecchia Torre, all’ombra della Torre Sabea, specificando “organizzazione turistica dell’azienda agricola Niccolò Coppola”. Fu un vero e proprio precursore del turismo eco-sostenibile e rurale. “Mio nonno impiantò i primi 50 alberi di pino sulle terre a ridosso del mare e lo presero per pazzo” racconta Giuseppe. Nel 1980 Carlo Antonio creò un secondo complesso turistico in continuità con il primo, il Camping La Masseria, sempre lungo il litorale e nel 2004, all’interno dell’area del Campeggio, nacque la nuova Cantina Coppola: “La cantina con il villaggio intorno”, il primo modello in Italia di cantina ospitale.

Da sinistra: Giuseppe, Carlo e Lucio Coppola.

“Mio padre è stato un fervido sostenitore della valorizzazione del Negroamaro con ricerche scientifiche ad hoc e il primo a impiantare nel Salento il Vermentino. Dopo un viaggio studio in Sardegna capì che le condizioni pedoclimatiche erano simili alle nostre e ne intuì l’adattabilità”. L’ospitalità e l’agricoltura sono un connubio vincente, i Coppola lo hanno sempre avuto ben chiaro e, di generazione in generazione, ne hanno perseguito il giusto equilibrio ponendosi costantemente nuovi obiettivi. Nanni, Giuseppe e Lucio, la 18esima generazione, nel 2018 hanno inaugurato la nuova cantina, moderna e innovativa, progettata per l’accoglienza dell’enoturista al quale viene proposto un concept di fruizione che equivale ad un vero e proprio “viaggio polisensoriale”. La sala degustazione con l’angolo libreria, il museo, il tunnel in vetro con vista sulla bottaia e sulle bottiglie in affinamento, la veduta dal piano superiore sui nuovi vigneti impiantati a formare una grande “C” sono il percorso che conduce al ristorante, unico nel suo genere. Piatti di cucina ricercata preparati con l’affiancamento di chef stellati vengono abbinati ai vini di produzione propria, in uno spazio trasparente che trasmette continuità tra l’esterno e l’interno, dalla terra alla tavola. È il “vigneto del gusto”, appunto. “Vendiamo i nostri vini ai nostri ospiti”, spiega Giuseppe, “non abbiamo intermediari o reti commerciali ma una sorta di collaborazione con 150mila clienti. Sono loro i nostri migliori promotori”; lui e la sua famiglia ogni stagione ospitano nelle loro strutture un terzo di tutte le presenze turistiche di Gallipoli, “abbiamo ospiti del Nord Europa che trascorrono da noi anche l’inverno perché siamo aperti tutto l’anno”.

La Cantina Coppola è l’unica che possa offrire una degustazione di Negroamaro in tutte le sue varianti: bianco, rosato, rosso e spumante Metodo Classico in versione brut e 36 mesi dosaggio zero, l’ultimo nato. Particolare è la vinificazione in bianco del Negroamaro, nata da uno stato di necessità: “Nel 2004 un vento fortissimo danneggiò irreparabilmente il vigneto di vermentino. Per sopperire a tale mancanza, insieme a l’enologo Giuseppe Pizzolante, provammo a vinificare in bianco il Negroamaro. Il risultato fu esaltante e da lì partì anche l’idea di spumantizzare il Negroamaro. Naturalmente la sperimentazione è stata e sarà ancora lunga ma già ora abbiamo ottenuto ottimi vini, riconosciuti, premiati e apprezzati anche dalla critica e dai tecnici di settore”. Il Doxi, rosso che Luigi Veronelli, amico e assiduo frequentatore della famiglia Coppola, definì “rosso rutilante color tunica di prete”, è il vino ambasciatore dell’azienda. I Vini Coppola si fregiano della denominazione d’origine controllata Alezio. “Sono molto affezionato a questa doc perché l’ha voluta e ottenuta mio padre” afferma orgoglioso Giuseppe. Sannicola, Alezio e Tuglie sono territori particolari con uno specifico microclima, molto ventoso, siccitoso, dove si alternano terre rosse e calcaree, e l’influenza benefica del mare dona mineralità ai prodotti della terra.

I vini portano i nomi delle famiglie nobili imparentate con i Coppola: Cuti, Rocci, Patitari, Tafuri e Doxi. E intanto, cresce la 19esima generazione con Niccolò, Lucia, Martina e Chiara che chissà cosa avranno in mente. È certo però che la costa a nord di Gallipoli continuerà nella sua vocazione di accoglienza secondo natura, ovvero, "organizzazione turistica dell'azienda agricola", grazie ai Coppola.

(di Mimmo Cataldi)

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