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Liberiamo il Salento dalla plastica, un progetto da sostenere

La raccolta fondi di Precious Plastic Salento per realizzare le macchine che trasformeranno i rifiuti in oggetti utili e belli

Precious_san_cataldo
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Li avevamo conosciuti a febbraio e ci innamorammo subito del loro progetto. Erano agli inizi del loro “progetto ecologista e no profit più folle del momento”, poi, di lì a poco, si è fermato tutto. Quanti slanci ha smorzato questa pandemia? Ma Precious Plastic Salento, il collettivo che ha adottato il progetto lanciato nel 2013 dall’olandese Dave Hakkens, non ha nessuna intenzione di fermarsi, tutt’altro. Quello che sta accadendo in questo momento in tutto il mondo, il diffondersi di questa pandemia ha rafforzato le loro convinzioni e l’urgenza di fare qualcosa. E quel qualcosa è: liberare il Salento dalla plastica.

La plastica che fa parte della nostra vita quotidiana, la plastica che vediamo galleggiare in mare mentre facciamo il bagno, la plastica che riemerge dalla sabbia delle dune, ingiallita e frammentata perché abbandonata decenni fa, la plastica che vola per i viali dopo i mercati settimanali, la plastica sul ciglio delle strade, nei campi, nelle aiuole, tra i rami degli alberi. La plastica è ovunque e praticamente eterna. E, di solito, non andiamo oltre "l'indignazione da tastiera".

La plastica è diventato il chiodo fisso di Daniela Tramacere, 35 anni, fondatrice di Precious Plastic Salento.“Avevo un lavoro stabile e ben pagato in una multinazionale del turismo”, dice al telefono ripercorrendo la genesi del progetto, “ma sentivo che stavo spendendo male le mie energie che invece volevo impiegare per qualcosa di diverso. Così una anno fa mi sono licenziata e ho fatto un biglietto di sola andata per il sud est asiatico. È lì che ho realizzato quanto fosse grande il problema della plastica, in quei paesi dove il sistema di raccolta non c’è e men che meno la differenziata. Ho visitato uno dei bellissimi templi patrimonio dell’Unesco e la plastica era anche lì. Mi sono chiesta come fosse possibile, mi sono chiesta il perché”.

PH. Valeriano Milo

Un pensiero che non l’ha più abbandonata. Le si è seduto accanto per il resto del viaggio determinato a tornare a casa con lei. Daniela ha cominciato a studiare e documentarsi, scoprendo che gran parte della plastica che aveva visto in quei luoghi incantevoli, veniva da qui, esportata dall’Occidente civilizzato. E il pensiero ha iniziato a evolversi, a porre questioni. Ha iniziato ad “acuirsi”, è diventato un pungolo: “perché, ancora oggi e nonostante quello che sappiamo, continuiamo a considerare e utilizzare questo materiale come rifiuto quando potrebbe essere una risorsa?”. Nel corso delle sue ricerche si è così imbattuta nel progetto di Dave Hakkens: costruire quattro macchine artigianali con le quali triturare i rifiuti di plastica raccolti sul territorio salentino e con questi dare vita a oggetti belli e utili. Una folgorazione. È tornata a casa, ne ha parlato con Alice Rolli e Simona Di Giorgio, anche loro terreno fertile per imprese verdi, e tutto ha cominciato a girare quasi da solo ma anche insieme a Valeriano Milo, Vittorio Fedele, Gianluca Paladini e Raffaele Valentino. È nata l'associazione no profit Mobius Circle OdV.

Il collettivo di Precious Plastic Salento - PH. Valeriano Milo

Quando hanno dovuto fermarsi per via dell’emergenza sanitaria, avevano appena finito di realizzare il trituratore a manovella, adatto ai workshop e le dimostrazioni in pubblico. Il prossimo passo sarebbe stato la costruzione dell’estrusore o dell’iniettore, tutto, seguendo le schede tecniche messe a disposizione in open source da Precious Plastic. Da qualche giorno è partita la campagna di raccolta fondi per raggiungere questo obiettivo che comprende anche un compressore (potete contribuire qui).

“La raccolta fondi è molto importante e il riscontro con le persone che riusciamo a mettere al corrente del progetto è sempre positivo, anzi, entusiasta”, dice Daniela. “Abbiamo l’impressione che per la gente sia una ventata di aria fresca. Chi può donare lo fa anche con piccole offerte ma c’è anche chi ha messo le proprie competenze a disposizione della causa. È una cosa che ci fa molto piacere perché vogliamo che questo non sia il ‘nostro’ progetto bensì che appartenga a tutti. Sarà questa la vera chiave del successo di questa impresa”.

https://www.facebook.com/preciousplasticsalento/videos/567587823867677/

Ma Precious Plastic Salento ha ambizioni più grandi. Il vero fine ultimo è eliminare completamente la plastica. Cominciando da tutte quelle cose che oggi usiamo con estrema indifferenza, per le quali crediamo non esista un’alternativa e tranquillizzati dal fatto che differenziamo. “Il modo per disintossicarsi da questi oggetti c’è”, dice Daniela, “questo è l’obiettivo di una delle nostre campagne che prende in considerazione gli oggetti di plastica che possono essere sostituiti con altri, composti da materiali che non abbiano impatto sulla natura. Tubetti di dentifricio, posate di plastica, flaconi di detersivi e detergenti, il nostro sogno è quello di produrre un giorno queste cose in loco ma soprattutto di farle conoscere. Sono convinta che se fai vedere alle persone che possono utilizzare prodotti che sono di qualità, costano uguale o meno, e sono ecosostenibili le persone ti seguiranno”.

È un lavoro lento, un lungo cammino fatto di piccoli ma fondamentali passi verso una mentalità da sradicare attraverso la conoscenza e l’informazione. Ma secondo “i Precious” un seme di coscienza ambientale c’è e questi tempi di pandemia “hanno dimostrato quanto sia fragile l’equilibrio ambientale. È il momento storico adatto”. Il claim del collettivo è infatti: “Se non ora quando. Se non nel Salento, dove?”. Ma perché proprio qui e adesso?

“Perché questo per la nostra terra è un momento cruciale, una specie di bivio. Abbiamo sempre l’impressione di essere geograficamente lontani da tutto, che qui le cose arrivino sempre dopo. Ma credo che il cambiamento per una volta possa partire da qui, è un dovere crederci. Date le diverse situazioni di inquinamento ed emergenze del nostro territorio, non possiamo più rimandare. È necessario che il Salento si svegli. Lo dobbiamo a noi stessi, alle generazioni che verranno, a questa terra che ci nutre da sempre”.

Uno degli oggetti che si possono realizzare con le macchine di Dave Hakken

Visionari? Il dizionario non è clemente: “Chi immagina e ritiene vere cose non rispondenti alla realtà, o elabora disegni inattuabili”. Ma Daniela non è d’accordo: “Il termine ci calza abbastanza. È necessario, anzi, fondamentale avere una visione altrimenti non si fa nulla. Poi occorre calarsi nella realtà, essere organizzati, trovare gli strumenti necessari e concretizzare”.

C’è ancora tempo per sostenere la causa di Precious Plastic Salento facendo una donazione che porterà alla realizzazione delle macchine. Quando ci riusciranno, potremmo smettere di indignarci dei rifiuti abbandonati nelle campagne salentine, aiutarli a raccoglierli e trasformarli in mattoni, vasi, ciotole.
C’è bisogno di folli e visionari che diano una mano per liberare la nostra terra dalla plastica.

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