€ 0,00Vedi carrello
"La venerdia matina", canti di fede e tradizione
In edicola, a richiesta con quiSalento, l'ultimo l'album degli Arakne Mediterranea, dove lo storico ensemble riprende i canti di passione della Settimana Santa
![Imma-Giannuzzi](https://www.quisalento.it/wp-content/uploads/2022/04/Imma-Giannuzzi.gif)
Tempo di lettura: 2 minuti
![](https://www.quisalento.it/wp-content/uploads/2022/04/COPERTINA-DISCO-1-300x210.gif)
Un lavoro corale, dove la voce della direttrice artistica Imma Giannuzzi si innesta sui temi tradizionali e gli arrangiamenti originali di Luigi Giannuzzi, sublimati da Gianluca Milanese, con le collaborazioni di Marco Dell’Anna, Valentina Marra e Giorgia Santoro. Una madre è disperata e va in giro alla ricerca del figlio. Vuole ritrovarlo o urlare il suo dolore in faccia a chi l’ha portato via da lei. Sono le prime ore de “La venerdia matina”, quando Gesù è di fronte a Pilato, e Maria urla all’apostolo “Giuda traditore, ce cosa sapisti fare. Essi venutu a me trantasei t’avia datu e quandu addru nu tinia lu miu mantu me vindia”. Un canto di Passione e tormento si alza al cielo, in strofe che accompagnano in un viaggio nella tradizione orale, nella sua forma più antica e spontanea di rappresentazione ed espressione dei sentimenti. L’ensemble salentino riprende canzoni legate ai riti pasquali per tramandarle prima che si perdano, troppo preziose per essere scordate.
![](https://www.quisalento.it/wp-content/uploads/2022/04/Arakne-Mediterranea-Ph.-Parco-Palmieri-3-300x210.gif)
C’è “La morte di Gesù Maria Sant’Anna”, testimonianza di Pino Zimba e famiglia; c’è “Santu Lazzaru”, direttamente dall’archivio di Giorgio Di Lecce; e poi “Ave quaranta giorni”, a memoria e testimonianza degli anziani di Cutrofiano; e ancora il canto e scioglilingua “Pai pai pai”. Ma il fulcro del lavoro è “I Passiùna tu Cristù”, preziosissima testimonianza di Donato Tommasi riportata in due versioni: quella dei Cantori di Martignano e quella originale degli Arakne, toccante momento per ripercorrere la cattura, la condanna e le sofferenze della crocifissione di Gesù, della morte e della resurrezione. Imma, Giovanna, Luigi, Maria Assunta e Stefania Giannuzzi, con voce, percussioni, chitarra, nacchere e violino ricreano un mondo antico, dove fede e umanità si mescolano a ballate popolari, oscure e strazianti. A ricordare che la Passione ha ben poco di divino, e tanto di umano.