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La prima colta non si scorda mai: nei campi e in rete nasce la comunità “agriculturale”

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Fiorisce tra le campagne di Copertino una nuova “bottega di comunità”. Nasce dalla terra, e catalizza produttori e consumatori nel segno del rispetto dell’ambiente, dell’uomo e degli animali. Si chiama “Colta”, simbolicamente nata il 25 aprile con il primo raccolto, concepita grazie allo spirito sempre fervido di Cosimo Lupo, un passato da editore e animatore culturale, assessore alla Cultura negli ultimi cinque anni e oggi presidente del consiglio comunale di Copertino.

Si inaugura la sua nuova attività, che mette al centro l’agricoltura del Salento e le “tradizionali, buone, naturali, ecosostenibili, etiche, sane e belle pratiche agricole”. Si trova nel pieno delle terre d’Arneo, quel “grosso bubbone sull’incrocio delle tre province che formano il Salento: Lecce, Brindisi e Taranto” così come scriveva Vittorio Bodini. Citare uno tra i più importanti narratori del Salento è per Lupo un modo per mantenere vivo quel legame imprescindibile che passa tra cultura e coltura. Oggi ancora di più è il momento per adoperarsi a “cogliere” i frutti di un impegno pluriennale sempre rivolto a valorizzare il bello, e a questo punto anche il buono, di ciò che sboccia nel territorio.

Chiusa l’esperienza nel mondo dell’editoria, ha intrapreso la scrittura di una nuova storia d’amore e agricoltura. Con una bella aratura di fine inverno ha recuperato il terreno di proprietà incolto da anni, e con oltre trentacinquemila semi di pomodori locali tra “Paesano di Copertino”, “Fiaschetto d'Arneo” e “Giallo d'Arneo” ha seminato innanzitutto la speranza necessaria per affrontare lo sconforto per l’emergenza sanitaria in corso. Infatti proprio nel segno della resilienza, Colta si descrive come una “catena” di approvvigionamento alimentare che sostiene pratiche di agricoltura sostenibile e contrasta lo spreco alimentare. Non commercializza solamente i prodotti che l’azienda coltiva direttamente a Copertino in contrada “Li Baroni”: legumi, cereali e ortaggi come “cucummari de Santu Dunatu” o zucchine, il cui primo raccolto è arrivato il 25 aprile, come se fosse un segnale della natura per continuare a resistere.

Al contrario, vignaioli e ortolani, allevatori, casari e pescatori sono coinvolti in una rete collaborativa nata per garantire un’offerta onesta e trasparente a consumatori responsabili. Quella dei “coltadini” è una famiglia che si allarga giorno dopo giorno, raccontata sul web con le parole di chi è abituato a maneggiare l’arte della narrazione e le foto che svelano il volto di chi si impegna per accudire il territorio. D’altro canto, il mondo agricolo si innova proprio con l’aiuto di internet.

Così, sulla piattaforma virtuale, con un contributo economico è possibile sostenere in anticipo le produzioni più “coraggiose” oppure adottare un docile asinello in cambio delle sue coccole e del suo latte prezioso. Soprattutto, si può ordinare direttamente sul portale e vedersi recapitare verdure fresche direttamente a casa, avere il totale controllo della tracciabilità, sostenere il lavoro del contadino senza intermediazioni e perché no, condividere con lui anche un po’ della gioia e dell’entusiasmo del momento del raccolto. Perché, come insegna l’aneddoto delle primizie arrivate a maturazione proprio nel giorno della festa della Liberazione… la prima “colta” non si scorda mai.

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