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Il Salento da ascoltare
L'evento acustico come strumento di conoscenza, relazione, accessibilità. Le cartoline sonore di Luigi Mengoli raccontano il Salento con la suggestione della voce e del suono.
![cartolina](https://www.quisalento.it/wp-content/uploads/2021/01/cartolina.jpg)
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Fa parte del progetto di acustemologia per narrare il territorio, l'idea di Mengoli, musicista, ricercatore, divulgatore della memoria storica salentina e insegnante, l'idea di abbinare geografia e voce, carta e paesaggio, coordinate spazio-temporali e poesie. Basta avere uno smartphone e inquadrare il qr code sul retro della cartolina, per ascoltare i versi recitati o il rumore del vento nelle campagne, il botto dei fuochi diurni della festa patronale, e continuare a immergersi nel paesaggio.
Un'iniziativa che di recente ha preso forma nella mostra "In absentia", installazione acustico-visiva dedicata al tempo straniante del lockdown (ancora visitabile su prenotazione). Nella piccola cappella dell’Addolorata in piazza Bacile, a Spongano, alle foto di un paese pervaso dalla mancanza di persone, dalla paura del contagio e dalla inconsueta rimodulazione dei rapporti personali in virtù della tecnologia, si affiancano i suoni, provenienti anche dall’Archivio etnografico e musicale “Pietro Sassu”, costituito dallo stesso Mengoli in anni di paziente ricognizione sul campo.
![](https://www.quisalento.it/wp-content/uploads/2021/01/cartolinasonora.jpg)
"Ogni territorio ha il suo suono", spiega Luigi, "queste cartoline hanno fotografato quello che adesso è già scomparso, il suono qui agisce come fermo immagine e memoria". Scrutare l'Adriatico e il profilo di Pizzu Mucurune a Castro, oppure perdersi negli occhi infiniti della Vergine e del Bambino nella cartolina della Cappidduzza della Madonna di Costantinopoli a Diso, fermandosi ad ascoltare il rintocco delle campane. Un progetto che, oltre a restituire volume e suono alla bidimensionalità della cartolina, considera l'elemento sonoro come strumento per conoscere e praticare il proprio orizzonte, come veicolo di relazionalità, e anche come testimonianza del tempo che passa. È emblematico, in proposito, il video "Ultimo viaggio", che racconta di un tempo in cui l'accompagnamento rituale si fa in solitaria con il solo lamento delle campane a morto.
Un'iniziativa utilizzabile anche in iniziative di inclusione e accessibilità per la fruizione del territorio e che Mengoli desidera far accedere anche a scuola. "Viviamo tempi in cui dell'immagine ferma, del solo suono, spesso non sappiamo cosa farcene", conclude, "è un lavoro questo che dovrebbe anche rieducarci ad apprezzare la sensazione sonora", a stimolare l'immaginazione e dare forma e colore anche al silenzio.
I video sono accessibili sul profilo YouTube di Luigi Mengoli.