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I migranti, il calcio e il riscatto
Un libro dedicato “Agli operai. Ai minatori. Agli emigranti. Ai calciatori di un altro tempo. Agli italiani di un’altra storia”.}
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Sono gli anni ’70 vissuti in un Lussemburgo ricco di storie di migranti, operai e minatori. E calciatori. Sono notti “diversamente magiche” quelle narrate, illuminate da piccole immense imprese epocali, come quella della minuscola squadra della Jeunesse che riuscì a fermare, a pochi istanti della fine, il Liverpool di Ian Callaghan, Kevin Keegan e Bill Shankly, l’allenatore “amico del popolo”. E via, lungo le pagine, a farsi incantare dalle parabole laiche di Mario Morocutti, “italiano con scarsa tecnica e una grinta da fabbro”, di Luigi Peruzzi, minatore e partigiano, René Hoffman, ragazzino chiamato a difendere la porta contro gli attaccanti del Real Madrid, di Remo Ceccarelli, che “avrebbe voluto fare il minatore e il calciatore o, in alternativa, il metalmeccanico e il calciatore”.
Parole e pensieri scorrono puliti e asciutti, a cavallo tra la fabbrica e il campo da gioco, robusti come una mano callosa e ficcanti come passaggio in profondità, a metter il centravanti lì da solo davanti al portiere. L’autore racconta il fumo degli altiforni e il dribbling, la fuliggine degli anfratti e i terzini mordi-caviglie, l’industria siderurgico-mineraria e le partite di Coppa Campioni, utilizzando una buona dose di nostalgia che non precipita mai in smielati manierismi.
È un narrare che affabula e incuriosisce, cattura e avvolge, che si posiziona (e si trova assolutamente a proprio agio) nel filone del romanzo sportivo, ricco di puntuali elementi documentati, digressioni e collegamenti, capace di fare storia partendo da un pallone di cuoio e da due scarpette coi tacchetti. Un libro dedicato “Agli operai. Ai minatori. Agli emigranti. Ai calciatori di un altro tempo. Agli italiani di un’altra storia”.
Tonio Attino, Il pallone e la miniera. Storie di calcio e di migranti, pp. 160, euro 13, Kurumuny, 2018 .