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Fedeli a Melpignano: i Cccp di nuovo "insieme" per "Kissing Gorbaciov"

Ferretti, Zamboni, Annarella e Fatur tra i protagonisti del docu-film di Andrea Paco Mariani e Luigi D’Alife: una storia che parte dal Salento, negli anni '80

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Da Melpignano a Mosca, passando per l’Emilia Romagna. È una storia che parte 35 anni fa, e probabilmente non è ancora finita, quella hanno iniziato a raccontare i registi Andrea Paco Mariani e Luigi D’Alife, nel docu-film “Kissing Gorbaciov”.
Una storia dove corsi e ricorsi storici si sprecano. Una storia narrata attraverso le voci dirette dei protagonisti, attraverso le testimonianze, gli archivi inediti e la ricostruzione puntuale di quei giorni quando, in un piccolo borgo di duemila anime nel cuore della Grecìa Salentina, si posero le basi per rompere la cortina di ferro che separava allora l’Europa, divisa tra Usa e Unione Sovietica.
Ma è necessario andare con ordine.

Nel 1988, a Melpignano, il sindaco Antonio Avantaggiato, insieme al suo collaboratore Sergio Blasi e con l’aiuto di Antonio Princigalli, organizza una rassegna di musica rock chiamata “Econcertologia”. Ma il pensiero è già oltre, perché l’ambizione è di far esibire in occidente, per la prima volta, gruppi rock provenienti dai paesi dell’Unione Sovietica, per poi muoversi anche nella direzione opposta, ossia con il meglio del rock e del punk italiano pronto a partire in terra russa.

Il manifesto delle Idi di marzo

Le idi di marzo”, questo il nome del festival, durante il quale, tra il 23 e il 24 luglio del 1988, sei band sovietiche suonarono sul suolo italiano. Mentre, durante la primavera del 1989, una nutrita delegazione formata da Cccp - Fedeli alla Linea, Litfiba, Rats, Mista & Missis, insieme ai giornalisti Alba Solaro, Gino Castaldo e Francesco Costantini e agli organizzatori Sergio Blasi e Antonio Princigalli, partirono per una settimana di concerti tra Mosca e Leningrado.

Cccp e Litfiba a Leningrado, nel 1989

Adesso, grazie anche a un’operazione di crowdfunding che tra febbraio e aprile prossimi sarà spinta da iniziative pubbliche (e magari qualcuna anche nel Salento), i due registi hanno iniziato le riprese, partendo, la scorsa estate, proprio da dove tutto nacque: a Melpignano. Un luogo che ritorna non a caso, perché (e adesso iniziano i ricorsi storici) la scintilla che ha acceso questo lavoro è scoccata proprio lì, nell’inverno di qualche anno fa.

“Una storica nevicata salentina, portata dal vento gelido della Russia, ha gettato anche le basi per questo nuovo ponte”, racconta simpaticamente la sindaca Valentina Avantaggiato, figlia di Antonio, primo cittadino dell’epoca. “Perché proprio durante l’inverno del 2017, durante il ‘Mediterraneo e dintorni film festival’, rassegna realizzata in collaborazione con la piattaforma del collettivo Distribuzione dal basso, io stessa raccontai la storia di quei concerti ad Andrea Paco Mariani, uno dei due registi, mio compagno di università a Bologna. Lui si appassionò così tanto che disse che gli sarebbe piaciuto farci un lavoro cinematografico”.



Adesso, quell’idea sta venendo finalmente alla luce. Un’idea che, prosegue la sindaca, ha “il potere di varcare confini fisici e ideologici, che ha aperto a un mondo sconosciuto ma in realtà molto simile al nostro. Un mondo che si esprimeva in forme musicali anche in contrapposizione a quelle previste dal regime. Il tutto, all’interno della bellezza che ha sempre caratterizzato l’azione politica di Melpignano, con la sua la capacità di costruire ponti e di aprirsi alle contaminazioni”.

Così come “contaminato” e “storico”, a modo suo, è il riavvicinamento tra Massimo Zamboni, Giovanni Lindo Ferretti e gli altri, che da poco hanno iniziato a frequentarsi nuovamente, dopo vent’anni di separazione. Il che, ovviamente, non ha tardato certo a fare notizia (basta vedere l'eco dell'articolo apparso su RollingStones), per i tanti fan, salentini e non.
E che Melpignano ci abbia messo lo zampino, non è difficile crederlo.

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