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"Se il mare è la vetrina, la campagna è il cuore, e anche i polmoni, di una terra"
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Gentili direttore e redazione tutta di quiSalento, si è da poco chiusa la mia prima vacanza salentina, e tornata da pochi giorni nella mia Emilia con il vostro numero di agosto, un po’ ispirata dalla presentazione, presa dalla “nostalgia” di fine-ferie mentre sfoglio il milione di foto scattate, vi faccio partecipi della mia esperienza. E della mia opinione, visto che siamo stati anche coinvolti in diversi “dibattiti” durante la vacanza.
Sono venuta nel Salento, con figlioletto di pochi anni e compagno, poco prima di Ferragosto e, per quanto sia ormai non più giovanissima, come dicevo, non ci ero mai stata prima. Le mie origini calabresi in qualche modo hanno sempre condizionato le mie vacanze agostane.
Nonostante il cuore di agosto fosse un periodo sconsigliato dai nostri amici salentini (ne abbiamo tanti e a quanto pare siete sparsi ovunque, nel mondo!), non avevamo scelta. Come da consiglio abbiamo però scelto di alloggiare nell’entroterra, per risparmiare un po’ (molto, a quanto pare), e per avere la possibilità di spostarci ovunque sulle due coste, visto
che il motivo della nostra vacanza era sostanzialmente il mare.
Abbiamo incontrato il vostro giornale grazie alle indicazioni di qualche amico e alla piccola “biblioteca salentina” disponibile nella casa vacanza dove abbiamo alloggiato. Le vostre pagine, quelle del numero comprato in edicola ma anche di alcuni numeri passati che erano lì, sono state fondamentali per i nostri spostamenti, oltre a rappresentare una scoperta davvero interessante (il mio compagno si occupa di comunicazione).
È stata una vacanza, e vengo al punto, davvero intensa, ricca di mare e…molto “partecipata”, visto che, come dicevo, siamo stati coinvolti spesso dagli amici salentini o dagli incontri occasionali sotto l’ombrellone nel dibattito sulla stagione turistica del Salento.
In un paio di settimane ci siamo tuffati in tante acque, abbiamo preso il sole su spiagge e scogliere, che il mio bambino è sembrato preferire alla sabbia (noi decisamente no!), amante della montagna quale è anche perché abituato ai ciottoli calabri.
Abbiamo visto tramonti mozzafiato. Avremmo voluto vedere qualche alba, ma non ce l’abbiamo fatta. Di cieli stellati sì, tanti. Abbiamo mangiato bene (quasi) ovunque, e siamo riusciti a sfuggire a qualche batosta di cattivo gusto. Abbiamo visto feste luminose, sonore e affascinanti. Abbiamo incontrato gente davvero carina, addetti ai lavori attenti e
altri decisamente meno, dal punto di vista professionale.
Abbiamo visto posti in cui non vediamo l’ora di tornare e altri… dai quali siamo fuggiti. Insomma, come qualsiasi vacanza in una località turistica “di massa”, anche se ci aspettavamo più gente. Di pecche ne abbiamo notate parecchie (strade e le indicazioni stradali sono davvero imbarazzanti in alcuni posti, in altri i prezzi davvero esagerati…etc. etc.). Comunque… siamo tornati a casa abbronzatissimi, contenti e convinti di tornare. Ma magari non in agosto.
Se c’è però una cosa che mi porto nel cuore, o meglio… un’immagine che ci è restata negli occhi, e che ci ha frastornato il cuore, è quella che voi, nel vostro numero, avete indicato come il “disincanto dell’entroterra”. Se sullo scempio della Xylella ero purtroppo informata (sono del settore), e quindi mi ero un po’ (tristemente) preparata, alle campagne spettrali divorate dalle fiamme, alle discariche, ai cumuli di immondizia sparsi ovunque, sul 90% delle strade da noi percorse per andare e tornare dal mare o nelle passeggiate in campagna, bè, a questo non credo ci si possa abituare.
Li abbiamo visti crescere day by day. Ogni giorno ce n’era di nuova, spazzatura. È stato davvero un quotidiano colpo al cuore, ed è più assurdo il fatto che, così ci è parso, ai più sembri una cosa quasi normale, uno stato di fatto. Tutto questo non è normale. E non solo per una terra a vocazione turistica, quale ormai è il Salento.
Se il mare è la vetrina, la campagna è il cuore e anche i polmoni di una terra. Al loro cospetto, la bellezza del mare, a vacanza chiusa, ai miei ricordi rischia di diventare solo un dettaglio. Mi duole dirlo ma è così. Per cui, se dovesse capitarci di tornare, come spero, sceglieremo uno tra i tanti mari visti e staremo lì. A mollo nel tramonto.
Un saluto caro, a voi e al Salento.
Mari. Bo.