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Sant’Elia, una “figurina” per il quartiere che celebra la sua identità

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L’animazione culturale, la rigenerazione urbana e sociale nel nome di Sant’Elia, un santo che “non esiste”, ma nome di un quartiere che esiste, eccome! È uno dei quartieri più popolosi del Sud Italia, Sant’Elia, a Brindisi. Nasce lì, nel parco Buscicchio, “CeloCeloManca. L’album dei desideri di Sant’Elia”, un lavoro corale coordinato e promosso dal collettivo ImmaginAbile, con la collaborazione di con Comune di Brindisi, Arca Nord Salento, la cooperativa di comunità Legami di Comunità e Pazlab.

Si presenta il progetto in un pomeriggio, sabato 30, tutto all’insegna dei più piccoli, dalle 17, coinvolti in una serie di laboratori curati dagli operatori di Legami di comunità. A seguire la presentazione ufficiale del progetto e, quindi, le adesioni a quello che sarà l’evento che coinvolgerà tutto il quartiere nel mese di giugno: il Palio di Sant’Elia, “il primo palio urbano”, scrivono ironicamente gli organizzatori, “dedicato a un santo che non esiste”.

L’idea del progetto è nata dall’esperienza di attivismo sociale avviata da Legami di Comunità, cooperativa che gestisce il parco pubblico nel cuore del quartiere, e dalle pratiche di innovazione sociale messe in campo da ImmaginAbile che fa dell’arte pubblica e urbana una leva di crescita e di contrasto alle devianze. Così, grazie a “CeloCeloManca. L’album dei desideri di Sant’Elia”, progetto di rigenerazione urbana e sociale vincitore della terza edizione di “Creative Living Lab”, avviso pubblico promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura, le attività future saranno armonizzate in un percorso che ha l’obiettivo di valorizzare il senso di appartenenza di chi vive nel quartiere ubicato lontano dal centro, che sarà poi celebrato con il palio.



Una settimana di giochi, sport, arti visive, artigianato e cucina tradizionale con al centro la comunità, che sarà un momento di riflessione sul quartiere e con il quartiere, un percorso di co-creazione e co-progettazione che vedrà i residenti, i professionisti, le scuole, le parrocchie, le associazioni, fianco a fianco nell’immaginare un nuovo modo di stare insieme e prendersi cura gli uni degli altri. Un nuovo format di progettazione partecipata che si concretizzerà in una settimana di giochi, sport, arti visive, artigianato e cucina tradizionale.

Siamo partiti dal nome del quartiere oggetto dell’intervento di rigenerazione: Sant’Elia”, spiegano i promotori. “Abbiamo giocato sul fatto che in realtà quest’area della città prende il nome dall’architetto futurista Antonio Sant’Elia, cosa di cui molti abitanti non sono a conoscenza, e a cui gli urbanisti dell’epoca hanno voluto rendere omaggio e ispirarsi. Nessun Santo quindi ha realmente ispirato la nascita e l’intitolazione del quartiere, ma abbiamo pensato che potesse essere un’operazione d’impatto inventarci la presenza di un Santo che non esiste e creare intorno alla sua figura, un senso di devozione e di comunità legati ai valori che lui incarna”.

Da qui il coloratissimo “santino laico”, che ha iniziato a colorare i muri del quartiere.

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