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Quarantena anno zero, la Città Bella si racconta

Il documentario di Chiara Idrusa Scrimieri è un atto d’amore verso Gallipoli.}

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Una cittadina ferma, che si guarda e si percepisce dalle finestre, dai balconi, dalle terrazze delle case dei suoi abitanti, che hanno prodotto oltre 200 contributi audiovisivi tra marzo e aprile, raccolti grazie a una chiamata pubblica. A dare a tutto questo materiale un senso logico, un'anima, una coerenza documentaristica, ci ha pensato Chiara Idrusa Scrimieri, insieme al sound designer Gianluigi Gallo, che, con “Quarantena anno zero”, definiscono spazi e giocano tra silenzi e sussurri, stati d’animo e sensazioni.

Si tratta di un progetto nato dall’impossibilità di portare avanti il film sui riti della intensa Settimana Santa della comunità ionica, ma è anche e soprattutto un dono a una collettività che si è vista privata delle celebrazioni di un periodo, quello pasquale, condiviso e sentito come pochi altri nel Salento.


Ed ecco Gallipoli come non l’abbiamo ma vista e di certo neanche immaginata. Placida e ferma, pervasa e sospesa in un’atmosfera siderale resa dal montaggio delle diverse inquadrature dalle case. Emergono i “suoni primari”, quasi ancestrali di una città che non si conosce mai abbastanza e si concede veramente solo a pochi. Le onde dello Jonio, una bicicletta che passa sul lungomare deserto, il verso dei gabbiani.


Poi il tocco sapiente e artistico dei due autori: i sussurri, le voci, il sonoro delle tv della dimensione domestica che scivolano verso le musiche delle processioni di Pasqua, le grandi assenti di questo “anno zero”. Non ci sono e non ci saranno, tuttavia palpitano nelle immagini, nelle tuniche e nelle mozzette dei confratelli riposte con cura negli armadi delle chiese, nelle troccole e i tamburi in sottofondo a scandire un ritmo antichissimo che oggi vive il paradosso della stasi e del silenzio.


Il suono della tromba squarcia un sanguigno tramonto gallipolino. È il pianto straziante dell’Addolorata. Ma anche il preludio alla rinascita e alla vita.


A volo d’angelo sulla Città Bella, sulle musicali ali di Bach, sorvolando i tetti, il mare, il vociare dei gallipolini, Chiara Idrusa Scrimieri ci consegna il suo nuovo atto d’amore verso questa città, l’ennesimo, toccante e viscerale dopo “Caddipulina” e “Tutte le barche a terra”, quest’ultimo disponibile da fine mese in streaming.


Il documentario dura 16 minuti ed è visibile al sito www.idrusa.net. Solo due, le raccomandazioni dell’autrice: “mettete le cuffie e prendetevi un po’ di tempo”.

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