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Primo Maggio, tra smart working e no working. La festa mancata e le speranze future

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Spettacolo, convivialità, riflessione, critica. Sono le parole d’ordine, da declinare tutti insieme, all’aria aperta, immersi in tanta (tantissima) musica e nei più allietanti momenti di festa condivisa.
Questo, per lo meno, è ciò che tutti si sarebbero aspettati, fino a un paio di mesi fa, dal Primo Maggio, la Festa del lavoro, una delle celebrazioni più sentite e simboliche, dove le tematiche lavorative s’intrecciano con quelle culturali, ambientali, artistiche, e il tutto sfocia nella convivialità e socialità più vera e diffusa.
Proprio questi mondi così strettamente collegati nella festa, il lavoro e lo spettacolo, così colpiti dalla pandemia globale, s’incontrano comunque, nelle modalità consentite, per rimarcare i diritti o per celebrare le speranze future.


Tra chi sceglie il silenzio e la riflessione e chi il dialogo e il confronto, da nord a sud della regione si prova a dare un personale, piccolo o allargato contributo a smuovere gli animi e le menti, a far circolare idee e scuotere il senso critico, in attesa di un futuro che, per molti aspetti e settori, è più che mai un’incognita.
A Taranto, per esempio, sarebbe dovuto andare in scena il grande concerto ormai davvero vicino ai fasti del più datato Primo Maggio capitolino, grazie all’impegno del Comitato Cittadini e Lavoratori Liberi e Pensanti. Ovviamente, quest’anno, il Parco Archeologico delle Mura Greche rimane vuoto e, in questo caso poi, la componente simbolica è più che mai evidente. La situazione tarantina rimane vicina a tutti nel dibattito e nella contrapposizione tra salute e produzione/lavoro, tra lockdown e necessità di riprendere i ritmi produttivi, tra fabbriche che non si possono (o si vogliono) fermare e la sicurezza sui luoghi di lavoro: una piaga, questa, che da decenni dilania la Città dei due mari.
Alla necessità di fermarsi, quindi, si accosta la proiezione di “Uno Maggio Taranto”, docufilm di Giorgio Testi, Francesco Zippel e Fabrizio Fichera (in onda, tra l’altro, anche in serata su La7, subito dopo Propaganda Live), realizzato con clip live, performance filmate con telefonini, animazioni con voce fuori campo e musica, interviste e testimonianze dirette, per la precisa volontà di non rimanere in silenzio, pur non scegliendo la strada di fare un evento in streaming.




la folla per il concerto a Taranto nel 2019

Questa la volontà dei direttori artistici Michele Riondino, Roy Paci e Diodato, per rispetto nei confronti di tutte le vittime di questa pandemia causato, e perché si tratta di un evento che richiede contatto e compartecipazione. Vengono però mandare in onda (sul sito liberiepensanti.it e sui canali social e la pagina facebook) contributi di attivisti e artisti particolarmente legati alla manifestazione, e di altri che sarebbero dovuti essere sul palco per la prima volta: come Elio Germano, Vinicio Capossela, Piero Pelù, Zerocalcare, Carolina Crescentini, Ghemon, Brunori Sas, Samuel, Manuel Agnelli, Rodrigo D’Erasmo, Niccolò Fabi, Negramaro, Elisa, Coma_Cose, Mama Marjas, Gabriella Martinelli, Fabio Rondanin, Andrea Segre, Chef Rubio, Cosimo Argentina. Alla manifestazione “virtuale”, si affianca una reale raccolta fondi in favore di Emergency.


Sempre a proposito del binomio “lavoro-spettacolo”, sceglie invece di trasmettere una piccola maratona online la Regione Puglia, con Teatro Pubblico Pugliese, Consorzio Regione per le Arti e la Cultura e Apulia Film Commission alle prese con “#1MaggioDiSpettacolo - anche il mio è lavoro”. Come si capisce dal titolo, la diretta (dalle 17 sulla pagina Facebook della Regione Puglia e in crossposting sulle pagine del Teatro Pubblico Pugliese e di Apulia Film Commission, è dedicata al delicatissimo tema dello spettacolo e dei lavoratori dello spettacolo, tra i più colpiti dall’emergenza Covid-19. Antonio Stornaiolo ed Emilio Solfrizzi, autentici beniamini del pubblico, fanno gli onori di casa, ricevono le videochiamate in diretta, intervistano gli ospiti live, mandano in rete i filmati e i contributi video. Tantissimi gli artisti che hanno accolto l’invito, tutti della community dello spettacolo, attrici e attori, personaggi del mondo della TV, del cinema, del teatro, della danza, artisti e tecnici, e tutti i lavoratori di un settore quasi totalmente “sospeso”.



Ci sono Luca Argentero, Dino Abbrescia, Giulio Base, Claudio Bisio, Anna Ferruzzo, Mimmo Mancini, Luca Miniero, Stefania Rocca, Paolo Sassanelli, Sara Serraiocco, Edoardo Winspeare, Alessandro Piva, Bianca Guaccero, Lunetta Savino, Federico Moccia, Lino Banfi, Beppe Convertini e altri. Un momento quanto mai importante, visto che le circa 170mila persone occupate in questo settore stanno subendo danni economici elevatissimi dovuti a teatri chiusi, annullamento di tournée, festival e laboratori, slittamento dell’attività produttiva, dalla circuitazione, alla formazione e alla internazionalizzazione.




tra i prati di Kurumuny

Nel Salento l’attesissimo appuntamento con il Primo Maggio Kurumuny, mancato nel 2019 nell’ottica di un ripensamento delle modalità e del luogo di festeggiamento, quest’anno si sarebbe dovuto svolgere in sinergia con un'altra esperienza particolare, quella dell’agricampeggio Le Fattizze, nel cuore della Terra d’Arneo. Un Primo Maggio rinviato quindi, “celebrato” sulla pagina Facebook di Kurumuny con una piccola galleria fotografica di un luogo, si legge, “entrato nell’immaginario di molti, dove per anni si è celebrato l’uomo e il lavoro. Abbiamo pensato di presentarvelo così, com’è ora in tutta la sua naturale e prorompente bellezza”, scrivono gli organizzatori, “come antidoto alla quotidianità straniante, alla solitudine della cattività domestica. Non sappiamo quanto lungo sarà il sentiero della ricostruzione di un tessuto sociale ed economico, ma ce la metteremo tutta, credendo sempre che una società migliore non può che ripartire dalle persone, dai territori, dalla cultura, dalla libertà, dall’equità e giustizia sociale”.




un trattore nella Casa delle Agriculture Tullia e Gino

Pensiero condiviso da un’altra radicale esperienza salentina legata alla terra, quella della Casa delle Agriculture “Tullia e Gino” di Castiglione d’Otranto. Dopo l’esperienza per la festa di Liberazione, in programma una nuova maratona online sul tema "Terra e dignità, lavoro e agricoltura ai tempi del Covid-19", dalla propria pagina Facebook.
La mattina si sta insieme ai più piccoli, alle 9.30, con un coloratissimo viaggio nel mondo delle api. Si parla poi di agricoltura sostenibile con “Oltreconfin: il distretto di economia solidale” e con i contadini del progetto "Alleanza per lo sviluppo e la valorizzazione dell'agricoltura familiare nel nord Albania". Nel primo pomeriggio alle 15, si racconta la risposta alla pandemia di una comunità contadina del Kenya con Jackson Senteu Kana (Karibuni Onlus); e poi, ancora, momenti dedicati a vari argomenti: dalle migrazioni all’accesso al cibo, ovviamente a lavoro e futuro prima di una visita guidata virtuale all’interno del Mulino di comunità, assieme alla cooperativa Casa delle Agriculture. Si chiude in musica, alle 21, con un canto di lavoro nella performance di Cuspide Malva e delle sue voci femminili.

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