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Musiche, danze e videomapping: la "piccola" fòcara di Novoli in diretta tv

In diretta dalla piazza lo spettacolo Libera nos. La preghiera, il dolore, la speranza.

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Non c’è “suggestione” più lontana dalla “modalità a distanza” di quella evocata da un falò. Le fòcare, devozionali e tradizionali, rappresentano spesso il momento clou dell’inverno di piccole e grandi comunità, che si ritrovano attorno al “proprio” fuoco, e al proprio santo, per condividere fede e tradizione, convivialità e identità. Sarà certo un inizio d’anno più freddo questo 2021, periodo scaldato, da sempre, da riti che hanno nel fuoco la propria essenza, la propria anima sacra e profana.

Tutti accesi in devozione di Sant’Antonio Abate e annunciati dalla festa di Novoli che, con la grande fòcara, fa da apripista ad altre feste e altri fuochi. È molto più che simbolo di devozione per Sant’Antonio la fòcara di Novoli, è festa, è evento, c’è da “sempre”, a memoria d’uomo non c’è mai stato un anno in cui non sia stata costruita e accesa. Durante la guerra, qualcuno ricorda, a causa del coprifuoco è capitato che si accendesse di giorno, ma si è sempre accesa. E si accendeva lì, in piazza Sant’Antonio, dove si è innalzata fino alla metà degli anni ‘50, prima di spostarsi di pochi passi nei decenni scorsi, in periferia, con la conseguente amplificazione della festa a evento.

Non c’è la fòcara 2021, almeno nella sua essenza. Non c’è stato il lungo mese di costruzione della grande pira e tutto quello che la sua accensione muove in termini di spettacolo e attrazione; non c’è tutto quello che si tira appresso l’evento fòcara, negli ultimi anni purtroppo frastornato non poco da una gestione fallimentare e da relative polemiche che inficiano lo spirito della festa, anche all'interno della stessa comunità. Polemiche, quest'anno, "allargate" ad altre situazioni, esterne e interne all'organizzazione, con la rottura tra Comune e Comitato che, per la prima volta, non si occupa dei festeggiamenti; con una querelle tra Comune e Gruppo Norba relativa alla diretta tv che rischia di finire a carte bollate; con le perplessità, assai diffuse (anche in paese), sull'opportunità di "osare" un evento così altisonante, in un periodo così particolare, in pieno inverno e nel colmo della pandemia da Covid-19. Così, non c’è la festa, ma nella logica del “the show must go on”, chiuso al pubblico e trasmesso in tv, un evento c’è.

Una diretta televisiva dalla centrale piazza dedicata al santo, ovviamente blindatissima, dove, comunque, un po’ di fuoco non mancherà, grazie alla “focareddra” simbolica realizzata dal Comitato Festa altrove e trasportata in loco. Una "piramide" di fascine che è al centro di “Libera nos. Il dolore, la preghiera, la speranza”, spettacolo, una “celebrazione rituale”, una “dimensione sacrale dal valore apotropaico”, un “rito purificatorio, una preghiera di liberazione dal male di questo tempo”, tutto tradotto in suoni, luci, parate e immagini.

Con le note di Cesare Dell’Anna e un percorso musicale, suo e della sua “banda”, che attinge alla tradizione della musica sacra e delle processioni bandistiche del Sud Italia, rinnovate e contaminate con il folk e il balkan. Ad accompagnare le note le coreografie di trampolieri, sotto le luminarie e attorno alla fòcara spenta, quasi a evocarne e invocarne l’accensione. A completare il “rito” ci sono le note dell’Orchestra Notte della Taranta, un percorso musicale di ricerca che parte dalla presentazione di "Sant’Antonio allu desertu", e arriva a "Fuecu", brano composto da Daniele Durante proprio per la fòcara di Novoli. Quindi le immagini, e la proiezione, sulla facciata della chiesa, di un video mapping curato da Insynchlab, un progetto, “Le fascine della memoria”, che ripercorre e celebra la ritualità del santo e quella della fòcara, realizzato con testimonianze storiche della comunità. Lo spettacolo, affidato alla direzione artistica di Tonio De Nitto e a quella esecutiva di Mirko Piro, va in onda, in diretta tv, su Antenna Sud (ch. 13 – 85 – 90 del Dgtv) dalle 20.

 

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