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Luce, pietra e identità. Il volto nuovo del palazzo della BPP
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Furono gli architetti romani Amos e Luigi Mainardi, all’inizio degli anni Settanta del secolo scorso, a progettare l’edificio su commissione della famiglia Carofiglio. Per molto tempo, circa un decennio, ospitò uno dei più importanti negozi di tessuti e abbigliamento della Puglia sino a quando non diventò la sede della la Banca Agricola Popolare di Matino e Lecce, che dal 1994 diventò Banca Popolare Pugliese.
Ph. Archivio Montinari
Per molti cittadini quell’edificio è la Banca, così gli Organi aziendali hanno deciso di promuovere il restauro della facciata, valorizzando l’ingresso al centro storico davanti al quale si spalanca l’Anfiteatro romano. Un ritocco fatto solo con pietra naturale e luce, tradizione e innovazione ecologica a basso impatto ambientale. E proprio all’illuminazione esterna è stata dedicata maggiore cura e attenzione affinché fosse in armonia con quella del Castello e che, al contempo facesse risaltare uno degli edifici simbolo dell’architettura cittadina del Novecento. L’opera di restauro è stata effettuata dall’impresa Claudio Guarino su indicazioni progettuali dell’architetto Michele Coccioli di Banca Popolare Pugliese e dell’ingegnere Mita; l’illuminazione è stata invece realizzata dalla ditta Tecno Service, coordinata dagli architetti Coccioli e Ingrosso.
Ph. Archivio Montinari
Grazie al lavoro di ristrutturazione delle sapienti maestranze, a risplendere è una porzione di città molto frequentata, tra negozi storici, il Teatro Politeama e il Cinema Multisala Massimo a cui si unisce la sede della Banca Popolare Pugliese, cuore economico della vita cittadina.