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Lo spirito libero di Ezechiele. L'arte primitiva alla Fondazione Palmieri

70 opere dalla collezione di Maurizio Aiuto

LEANDRO copia
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“Faccio le cose con la robba usata perché l’uomo
deve essere ridotto. L’uomo è presunzioso e invece non sa fare niente. Tutto
quello che l’umanità scarta io faccio le opere”. Spiegava così Ezechiele
Leandro, nel suo linguaggio semplice, il suo fare arte con materiale di
recupero. In tutto quello ritenuto inutile, inservibile, rotto, lui vedeva il rigurgito
di una società arrogante e “presunziosa”.





Si intitola “Ezechiele Leandro. Spirito libero”, un percorso sull’opera di un artista outsider allestita negli spazi della Fondazione Palmieri di Lecce che raccoglie 70 opere, selezionate da Valerio Terragno, tra sculture e pitture, provenienti dalla collezione privata di Maurizio Aiuto che fu presidente dell’Archivio Ezechiele Leandro.





Non ebbe vita facile Ezechiele, trovatello e poi
affidato alle cure dei frati del convento di Lequile, quando mise su famiglia
con Francesca Martina per mantenerla accettò di lavorare in miniera prima in
Africa e poi in Germania. Tornato a San Cesario, nel 1946 aprì un’officina di
vendita e riparazione di biciclette ma iniziò, anche, a raccogliere rottami e a
esprimere attraverso cocci di ceramica, pezzi di ferro, mattoni rotti, cemento le
figure del suo grottesco universo.





Una delle opere pittoriche in mostra di Ezechiele Leandro




Mostruose, deformi e blasfeme, “mostri, pupi”, apparivano così ai suoi concittadini le sculture che piano piano comparivano nel giardino della sua casa negli anni Sessanta, così inaccettabili da costringerlo ad alzare un alto muro per sottrarli alla vista della decenza e a una petizione pubblica per raderli al suolo.





Una delle sculture in mostra di Ezechiele Leandro




Ma Leandro parlava all’uomo, indagava l’essenza
della vita muovendosi libero tra religione e natura, sogno e realtà, celando,
forse, in quella foresta pietrificata, in quell’eden selvaggio il significato dell’esistenza
e il suo stesso “spirito libero”.





La mostra, visitabile fino al 29 febbraio, si inaugura sabato 8 febbraio alle 18 presso la Fondazione Palmieri in vico dei sotterranei a Lecce. Orari: 10.30-13, 16.30-20.





Info: 338/4726176.


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