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La via del marmo, tra Oriente e Occidente

In occasione de I mercoledì del MArTA, si racconta la storia dell'antica via del marmo del Mediterraneo, tra naufragi, imperatori e tesori sepolti.

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È una storia avvincente, che sa di commerci lontani e porti floridi, di materiali preziosi e di vie della seta, lungo le acque del Mediterraneo. In occasione de "I mercoledì del MArTA", Rita Auriemma, docente del Dipartimento Beni Culturali dell’Università del Salento, narra la storia di un tragico naufragio a largo delle coste del Salento ionico, all’altezza di Porto Cesareo, di una nave proveniente dall’Egeo tra il II e III sec. d.C. e quella di un prosperoso e prezioso commercio di marmi.

"Il mare è la via più adatta ai trasporti pesanti, come pietre e marmi per l’edilizia, l’arredo, la statuaria, le sepolture", dice la professoressa Rita Auriemma. "Sebbene fosse praticato anche in età più antica, il commercio dei marmi, sia grezzi (semplici blocchi di cava), sia semilavorati o ultimati (colonne, capitelli, sarcofagi, lastre di rivestimento, statue, vasche, bacini, ecc.), assume in età romana, soprattutto imperiale, dimensioni considerevoli: fin dal I sec.d.C. si riscontra un'organizzazione statale per la raccolta e l'uso del marmo, che faceva capo all'imperatore".

Si racconta allora di colonne di granito rosso viaggianti via mare, di traversate audaci del Mediterraneo, di "naves lapidariae" riempite di calcestruzzo, di imperatori e di obelischi. Nel corso della conferenza inoltre Auriemma con l’ausilio di Italo Spada,Area Manager per il gruppo di ricerca di Produzioni Virtuali e Design della Comunicazione della Divisione di Disegno Industriale del Consorzio CETMA, presenta anche l’app interattiva, realizzata per raccontare in maniera immersiva e coinvolgente l’ultimo viaggio delle colonne di Porto Cesareo.

Introducono i lavori la direttrice del Museo di Taranto, Eva Degl’Innocenti e lBarbara Davidde Petriaggi, soprintendente nazionale per il patrimonio culturale subacqueo.


L’appuntamento è alle 18 in diretta sui canali Facebook e YouTube del MArTA.

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