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Il senso della comunità secondo Antonio Verri
Per i 72 anni dalla nascita di Antonio Verri, Caprarica di Lecce, paese natale del poeta, riflette sul presente e il futuro della comunità.

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Quest'anno, nell'impossibilità di organizzare un'occasione di condivisione, al Verri linguista e poeta, si è affiancata una riflessione sul Verri cantore della civiltà contadina, con una riflessione sui "Tao", quelli che per l'autore erano gli spiriti, anime arcaiche, custodi dell'immaginario di una volta. Così è la stessa comunità di Verri, ma anche l'intero Salento, a farsi delle domande e a cercare di darsi delle risposte attraverso l'iniziativa "I Tao adesso...Antonio Leonardo Verri, il presente e il futuro della sua comunità", conversazioni on-air sull'eredità delle creazioni verriane. "Non è solo un approfondimento legato alla sua memoria", commenta il sindaco Paolo Greco, "ma un azione volta al presente che vede il poeta, centrale nell’idea di voler ricostruire una identità della comunità di Caprarica".
Il progetto si è realizzato raccogliendo spunti, idee e input con le interviste a Ledo Prato, esperto nelle politiche per i beni culturali e, tra le altre, Segretario Generale dell’Associazione Mecenate 90 e Segretario Generale dell’Associazione delle Città d’Arte e di Cultura (CIDAC); Vincenzo Santoro, saggista e responsabile dipartimento Cultura e Turismo ANCI; Massimo Manera, grande amico di Verri, sindaco di Sternatia e Presidente della Fondazione Notte della Taranta.
Manera ha ricordato che “Verri coltivava un sogno, il “sogno bianco” lo chiamava: voleva realizzare nel cuore del paese, la sua Casa dei Poeti” e commentato quanto sia attuale una simile proposta. Santoro ha aggiunto come i “parchi letterari sono una realtà che, attraverso l'opera degli autori, promuove realtà territoriali spesso laterali ai grandi flussi turistici, promuovendo una diversa qualità del viaggio”. Ledo Prato ha invece regalato una riflessione sull'uso delle parole, come realtà fisica da abitare: "Una cosa di Verri ha molto colpito: egli ha fatto un uso straordinario delle parole, aveva fiducia nelle parole, credeva profondamente nel fatto che le parole potessero aiutare. Affidava alle parole un compito quasi maieutico nei confronti di chi, queste parole, le ascoltava. Secondo me, questo è il tempo in cui, le parole, vanno abitate non solo pronunciate. Parlare oggi di fiducia, di futuro senza “abitare” le parole significa fare demagogia".
Gli spunti giunti dalle interviste (pubblicate sulla pagina fb del progetto) hanno convinto l'amministrazione a fare di questa iniziativa una pratica continuativa di riflessione sul territorio. I contributi saranno pubblicati su un volume insieme a brani scelti dal repertorio verriano mentre presto arriverà il premio aperto ai giovani, per la creazione di una vera e propria Città del Poeta, ispirata all'immaginario di Verri.