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Il cibo per incontrarsi, il cibo per raccontare storie

All’Osteria del Pozzo Vecchio di Cavallino, un ciclo di incontri mette “a tavola” tradizione, cultura, territori. Il primo incontro con Titti Pece}

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Tutta la sapienza della cucina, delle sue tradizioni e i suoi legami con il territorio sono al centro degli appuntamenti de “La buona tavola”, un percorso di incontri, cibo, parole e ricette che si tiene nella storica Osteria del Pozzo Vecchio di Cavallino che, per l’occasione, si trasforma in laboratorio per ospitare presentazioni, conversazioni, educational, gemellaggi. Il cibo pugliese, e anche salentino, tutta la filiera agroalimentare diventano patrimonio materiale e immateriale da valorizzare.

Il progetto è nato dalla collaborazione tra la storica Osteria e l’associazione TempoPresente, che opera per la tutela di cultura, ambiente e paesaggio, del settore agroalimentare e dello sviluppo rurale, e prende il via giovedì 9 febbraio alle 19 (ingresso gratuito) con un’ospite speciale, la storica dell’arte e studiosa di cucina e gastronomia Titti Pece.

Titti Pece

Una conversazione appassionante ispirata all’ultimo lavoro editoriale di Pece, già autrice di volumi dedicati allo slow living e ai beni enogastronomici del Sud della Puglia, dal titolo “Che fai, mangi?” (Moscara associati Edizioni), un ricettario sentimentale del Salento tra memorie scritte, fonti orali, ingredienti simbolici, in cui si inseriscono note di degustazione, abbinamenti di libri e film, riflessioni ironiche e racconti. Cento pagine in cui la cucina è il luogo dell’anima, trenta ricette che si muovono nella storia delle cucine del Mediterraneo con le illustrazioni di Giancarlo Moscara e le fotografie di Marcello Moscara.

“Con La buona tavola”, dice Giovanni La Gioia, gestore dell’Osteria del Pozzo Vecchio, “realizziamo un progetto accarezzato da sempre, che vuole essere un omaggio anche alla storia di questo luogo e alle due persone che lo hanno realizzato e reso famoso ben oltre il Salento, Fernando e Adelaide Carlà. È una storia di trasformazione lenta e graduale, sempre con grande rispetto per i luoghi e le persone. Una vecchia osteria di paese, nata nei primi anni ’50, autorizzata ad essere deposito di vino, che con Fernando e Adelaide diviene luogo di ristorazione di qualità, incrocio ante litteram di tradizione e innovazione, senza mai smettere di essere Osteria, ovvero convivialità, accoglienza, simpatia. In questi anni, dopo averlo rilevato, abbiamo recuperato memorie, spazi, arredi, oggetti, ricette, atmosfere. E a partire da queste tracce abbiamo scritto una nuova pagina”.

Fernando e Adelaide Carlà

L’Osteria del pozzo vecchio è una vera a propria istituzione a Cavallino, osteria con cucina e deposito di vino dal 1952, divenuta poi osteria nella accezione moderna nel 1994 con Fernando e Adelaide Carlà, dal 2020 è stata rilevata da Giovanni La Gioia che ha voluto mantenere l’anima del luogo, proponendo una cucina tradizionale a base di materie prime locali. Qui si trova la grande cisterna a due invasi che anticamente forniva acqua all’intero paese e che si può ancora vedere nel giardino e in una delle sale.

L’appuntamento successivo in calendario è venerdì 3 marzo con la presentazione dell’”Atlante Qualivita”, e in incontro dal tema “Nessun cibo è uguale: storie, paesi, geografie dei sapori italiani” con Massimo Bray, direttore generale dell’Enciclopedia Italiana, e Mauro Rosati, direttore della Fondazione Qualivita. Poi giovedì 30 marzo con “Mangiare di magro. La cucina della Settimana Santa”, con l’antropologo Eugenio Imbriani dell’Università del Salento.

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