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Gli artisti di strada tornano in strada, l'incanto è a cielo aperto

DARIO_CADEI
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Tornano a invadere strade e piazze, a stupire, rapire e affascinare con la loro poesia sempre in bilico tra il sorriso e la commozione. Gli artisti di strada… tornano in strada perché, dicono a gran voce: “L’arte è un’esigenza per chi la fa e per chi ne fruisce. Sono un artista. Esisto perché esisti anche tu. Esisto perché esiste lo spazio pubblico che ho scelto come luogo di lavoro”.

Nasce il Coordinamento regionale pugliese delle Arti di Strada e per l’occasione, domenica 14, dalle 18 alle 20, piazza Sant’Oronzo a Lecce prende vita, si colora, gioca, danza e racconta con la manifestazione pacifica e poetica, alla quale hanno aderito più di 40 artisti, per celebrare il ritorno al pubblico, ai trampoli, alle capriole, alla musica, ai giochi, agli equilibrismi, alle performance. A tutte quelle cose di cui si “nutre” chi fa parte di questo particolare settore dello spettacolo dal vivo.

130 artisti pugliesi si ritrovano così nel nuovo coordinamento, una sorta di “Task force” per organizzare il proprio lavoro in maniera capillare ma, anche, per far sentire che ci sono, tutti insieme, per tornare a “Regalare meraviglia sempre e ovunque”. E ribadendo, anche, il fatto che essere artisti di strada coincide con l’essere cittadini e attenersi alle regole di buonsenso, necessarie in questa Fase3 di emergenza sanitaria, rientra nella professionalità dell’artista che agisce nello spazio pubblico. Esibizioni “a cappello”, dunque, ma senza assembramenti.

Gli artisti di strada Dario e Rocco Cadei - PH. GIULIO RUGGE

Perché, sottolineano dal coordinamento nazionale, “l’artista ha un’etica del territorio consolidata: il suo lavoro non è fatto solo del guadagno del cappello ma vive di un rapporto di scambio con la collettività che lo accoglie che si articola su più piani: il rispetto per gli altri attori della piazza (esercenti e residenti), l’affetto che lo lega al pubblico e alla sua Arte. Ha un’etica della professione che lo rende consapevole della potenza comunicativa della sua posizione, senza prevaricazione o supponenza. Con curiosità e rispetto sempre volta a uno scambio reciproco. Sa che il suo agire trasforma lo spazio e trasforma il pubblico che lo incontra, anche solo per un attimo. Questa è arte. E l’arte è importante per noi che la facciamo, e anche per chi ci guarda”.

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