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Fine corsa per il Km97: chiude il casello della musica

Dopo dodici anni di appuntamenti letterari, presentazioni di libri, piccoli showcase, spettacoli teatrali, mostre, laboratori urbani, si interrompono le attività del Km97, con le sue tre sale prova per musicisti

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La storia ha inizio nel 2010, quando le Ferrovie del sud est hanno iniziato a concedere in prestito, per un periodo ben preciso di tempo, e in comodato d’uso, sotto richiesta di un affitto simbolico e l’impegno a riqualificare gli spazi, diversi caselli ferroviari in disuso. Ex dimore di casellanti che, con l’automazione dei passaggi a livello, non avevano più un ruolo da svolgere all’interno delle strutture, a ridosso dei binari.
Un racconto sulle "Storie dei caselli delle Sud Est" sul quale anche quiSalento, all'epoca, accese più di un faro.



La storia del Km97 inizia così, come d’altronde è iniziata, e adesso pare in fine, anche la storia di tanti altri caselli del territorio. Perché il momento che si temeva sarebbe giunto, è giunto. L’immobile deve tornare nelle mani dei legittimi proprietari “per urgenti esigenze legate all’imminente ristrutturazione dell’infrastruttura ferroviaria”, come si legge sulla raccomandata ricevuta qualche giorno fa da Andrea Verardi, presidente dell’associazione culturale Sumproject che gestisce attualmente il casello.

Com'era il Km97, dodici anni fa

In questi giorni, si è sollevata una forte contestazione “social”, subito dopo la pubblicazione di un post sulla pagina Facebook del Km97.
“Perché”, si legge nel post, “dobbiamo andar via da qui, e senza neanche un preavviso degno di considerarsi tale?”
Si parla infatti di una richiesta di lasciare gli spazi in soli 30 giorni, dopo 12 anni di attività. Anni duranti i quali il Km97 è diventato un luogo di lavoro, per i diversi contratti di lavoro posti in essere, ospitando attualmente, tre sale prova, un’audiofficina e un archivio della musica indipendente.

Una delle tre sale prova

“È proprio necessario sgomberare uno dei pochissimi caselli, tra quelli dati in gestione anni fa, che ha dato un contributo tangibile e reale alla vita sociale e culturale del nostro territorio? Prima di individuare questo casello, come indispensabile alla ristrutturazione della rete ferroviaria, si è tenuto conto del valore materiale e immateriale che ha generato, in dodici anni di attività? Non poteva essere valutata una soluzione alternativa, visto che a pochissima distanza dal Km97 ci sono altri due caselli, completamente inutilizzati?”

Tutte domande alle quali si chiede risposta, nel nome di un luogo portato a nuova vita, un luogo di memoria, un luogo simbolico e concreto, crocevia di arrivi, soste e partenze.

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