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Dal Salento al mondo: a Lecce un archivio vivente per Eugenio Barba e il suo teatro

È dedicato all'Odin Teatret e al genio del suo fondatore un nuovo progetto espositivo presso la Biblioteca Bernardini

Eugenio-Barba
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“Il teatro aiuta a mediare con l’invisibile”. È un’affermazione di Eugenio Barba, regista teatrale salentino considerato l’ultimo maestro vivente nel panorama del teatro contemporaneo, fondatore della straordinaria esperienza dell’Odin Teatret. Una vita dedicata al teatro la sua, che ha portato e porta sui palcoscenici di tutta Europa, modificando il lavoro dell’attore attraverso pratiche teatrali, conducendolo a connettersi con la sua parte più profonda e interiore.

Al regista e teorico teatrale gallipolino è dedicato “Living Archive Floating islands. Eugenio Barba, Odin Teatret e Terzo Teatro”, un ambizioso nuovo progetto a firma di Regione Puglia e Polo Biblio-museale di Lecce, realizzato in collaborazione con Fondazione Barba Varley e Teatro Koreja, che porta il suo archivio nella Biblioteca Bernardini con la stessa filosofia con cui è nato il Fondo Carmelo Bene.

La presentazione al pubblico degli spazi e delle attività correlate è in programma giovedì 13 ottobre alle 17 alla presenza dello stesso maestro.

Il progetto inquadra la vita e l'opera di Eugenio Barba, i sessant'anni di avventura nelle sperimentazioni dell'Odin Teatret come laboratorio teatrale, e la memoria delle “Floatings Islands”, il nome che Barba ha dato al Terzo Teatro, la variegata cultura dei gruppi e delle reti teatrali che hanno segnato la storia del teatro dalla seconda metà del Novecento.

Sarà un archivio-mostra-installazione interattivo, con migliaia di materiali e manufatti tra libri, documenti, video, film, set, oggetti, in una cornice ludica fantasiosa.

In vista della presentazione dell’archivio, tra la Biblioteca Bernardini e i Cantieri Teatrali Koreja, sono in programma narrazioni, spettacoli, performance, dimostrazioni di lavoro, incontri e riflessioni su quello che a tutti gli effetti è un “archivio vivente”.

Eugenio Barba in scena

Ogni sera fino a sabato 8 alle 20.45, va in scena ai Cantieri Teatrali Koreja “Odin teatret. Tebe al tempo della febbre gialla”, spettacolo con Kai Bredholt, Roberta Carreri, Donald Kitt, Iben Nagel Rasmussen, Julia Varley. È l’ultimo lavoro dell’Odin Teatret, una sorta di testamento parziale in forma di performance poetica, recitata in greco antico con alcune frasi in italiano. È certamente la perfetta conclusione teatrale di un ciclo, di una poetica, di una tecnica di lavoro, di un’esperienza lunga quasi sessant’anni. Lo spettacolo, scandito a volte attraverso il canto, altre dalla ritmica del verso, rende necessario abbandonarsi fino in fondo al suono delle parole e ai gesti degli attori. (Info e prenotazioni: 0832/242000).

Da lunedì 10 a mercoledì 12 (ore 20.45), i Koreja ospita le dimostrazioni di attrici storiche dell’Odin (ingresso gratuito su prenotazione). Si comincia lunedì 10 con “I miei bambini di scena”, con Else Marie Laukvik che racconta la sua storia d’attrice illustrandola con frammenti di scene dal vivo ed estratti di film degli spettacoli: “Ornitofilene”, “Kaspariana”, “Ferai”, “Min Fars Hus”, “Come! E il giorno sarà nostro”, “Anabasis”, “Il Milione”, “Il Vangelo di Oxyrhincus”, “Memoria”.

Martedì 11, “Bianca come il gelsomino” vede in scena Iben Nagel Rasmussen, che percorre con la sua voce gli spettacoli dal 1966 a oggi. Ricorda e sperimenta ancora i cambiamenti della voce, da quella della sala chiusa (che permette all’attore di esprimere il suo mondo interiore), a quella degli spettacoli di strada (l’incontro col mondo esteriore), fino allo spazio che creano le parole attraverso i loro significati e sonorità. Mercoledì 12, “Il tappeto volante”, spettacolo/dimostrazione di lavoro con Julia Varley si addentra nei 30 anni di lavoro sui testi degli spettacoli ai quali l’attrice ha preso parte. Dalle parole allo scritto e poi allo spazio, in un’ora e poche ed essenziali spiegazioni ci si avvicina a quel piccolo prodigio della creazione teatrale che dalla fredda carta conduce fino alla libertà dell’interpretazione.

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