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Comizi d’amore per vincere la paura: il teatro come esperimento sociale

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Coinvolgente e toccante, anche per chi ha partecipato da spettatore. È stata la restituzione pubblica del progetto di teatro partecipato a cura di Rita Maffei, realizzato da Teatro Koreja a partire dallo scorso gennaio. La conclusione di un percorso fatto di condivisione con gli altri (“colleghi” di laboratorio e pubblico in sala) delle proprie esperienze di vita legate all’amore, di momenti di riflessione sulla propria esistenza, su vicende felici, ma anche dolorose, per chi vi ha preso parte da protagonista sul palcoscenico.

Comizi d’amore” è l’omaggio della regista friulana a Pier Paolo Pasolini, al cui rivoluzionario docufilm s’ispira, mutuandone il titolo, nel centenario della nascita di uno dei maggiori intellettuali italiani del secolo scorso. Ma è tutt’altro. Quello di Pasolini è un film inchiesta sulla morale e sui costumi sessuali degli italiani, girato esattamente sessant’anni fa (tra marzo e novembre del 1963) e uscito nel 1965. Il progetto della Maffei tratta invece di amore nel senso più ampio, di relazioni tra esseri viventi e senzienti, di educazione sessuale e soprattutto sentimentale degli italiani di oggi.

È un’indagine, che prende l’abbrivio dal racconto di sé e punta a disegnare una mappa della costruzione del sentimento. È un’esperienza sociale e artistica, collettiva, a cui si sceglie liberamente di partecipare da attori o da spettatori. Ti ricordi quando hai scoperto come nascono i bambini? Qual è stato il primo momento della tua vita, in cui hai conosciuto l’amore? Che tipi di amore hai incontrato? Quando hai imparato ad amare?

I partecipanti-attori di "Comizi d'amore" ph. Eduardo De Matteis

A queste e altre domande hanno risposto i partecipanti-attori del progetto-spettacolo, portando in scena ai Cantieri teatrali Koreja pensieri, emozioni, pezzi importanti della propria vita. Una quarantina di donne e uomini, alcuni giovani, altri meno, la maggior parte di mezza età. Hanno cominciato dai quesiti posti dalla Maffei, hanno finito con la narrazione di loro stessi, della parte più intima di sé. Raccontando i momenti più esaltanti o più drammatici delle loro esistenze, la magia della scoperta dell’amore platonico o di quello fisico, di quello per gli animali di affezione oppure per un parente ammalato. In un clima di grande sintonia tra i presenti, di fortissime vibrazioni comuni tra chi si metteva a nudo, svelando con sincerità le proprie storie d’amore e chi quelle storie le sentiva sue per averle vissute sulla pelle, gioendo e soffrendo come capita a ognuno nel corso della vita, si è scoperto nella partecipazione e nella condivisione una forza inaspettata e un senso nuovo.

Un momento dello spettacolo ph. Eduardo De Matteis

“Difatti, ‘Comizi d’amore’ è un progetto di teatro partecipato, una sorta di esperimento sociale”, dichiara il direttore artistico di Teatro Koreja, il regista Salvatore Tramacere, “e tutti sappiamo quanto la partecipazione sia un atto fondamentale di libertà, come cantava giustamente Giorgio Gaber, altro profilo d’eccellenza nel panorama culturale del ‘900, insieme a Pasolini. Durante la pandemia abbiamo sottolineato quanto il teatro potesse e dovesse essere utile per aiutarci a superare la fragilità umana, la nostra impotenza. ‘E darà nuovi canti questo amore’, recita il titolo della stagione 2023 di Strade Maestre. Perché cantare insieme vince la paura”.

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