A Zollino, una festa tutta calore, musica e sapori
Con lu Focu, si accende il conviviale “rito” di comunità alla periferia del piccolo comune grico
Non è il più grande, ma è di certo tra i più “calorosi”; non è sacro, ma ha i suoi devoti che non mancano mai; non è il simbolo di una festa, ma è, la festa. La Festa de lu Focu di Zollino, appuntamento da sempre molto atteso.
Dagli anni ’70, da quando Giovanni Pellegrino, animatore culturale zollinese, con la Bottega dell’Arte, pensò a un momento di incontro, condivisione e convivialità, durante le festività natalizie, per gli zollinesi residenti e per i tanti di ritorno, appunto, per le feste di Natale. È passato mezzo secolo da allora, i tempi sono cambiati, ma non è cambiato il momento di incontro, durante le feste natalizie, tra chi resta e chi ritorna. E non è cambiata quella particolare atmosfera attorno al falò zollinese, realizzato alla periferia del paese, in largo Lumardu, antico luogo di scambi, illuminato, oltre che da “lu focu”, anche dalle installazioni di Giuseppe Castellano, compianto artista zollinese, sempre presente, con le sue “creature” attorno al fuoco.
E attorno al falò non si ritrova più solo la comunità zollinese, la Festa è diventata occasione di incontro, saluti e scambi anche per molti della Grecìa e di altre parti del Salento. E se il fuoco resta il cuore pulsante della festa, non manca certo il contorno di sapori e musica, iniziando da quelli tipici: i legumi cotti a “pignata” e le scèblasti, la saporita “puccia” zollinese. A dare il via all’accensione, alle 19, le evoluzioni sui trampoli di Dario Cadei, i soffi e i giochi infuocati di Mr. Thomas, quindi, ad accompagnare le prime fiammate, i ritmi africani di un ensemble di percussioni guidato da Luigi Colella.
A seguire, sul palco, il Salentrio, ovvero Massimiliano De Marco, Luca Buccarella e Roberto Chiga, che accoglie tamburello e voce di Lamberto Probo e Cinzia Marzo degli Officina Zoè. La musica popolare continua, a palco spento, con ronde e canti attorno al fuoco.