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Un altro giorno un'altra linea

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"Io Mario Cesari sono carcerato mesi cinque”. La frase è una delle tante incisioni sulle pareti della piccola stanza di prigionia all’interno del palazzo De Luca di Melpignano, probabilmente la più toccante e quella che rende meglio il senso del piccolo volume fotografico “Graffi. Segni di libertà” a cura di Sara Saracino e Daniele Coricciati.

Il palazzo fu ricostruito su una struttura preesistente dal barone Giorgio Castriota nel XVII secolo ed è stato recuperato di recente. Ma il libro tralascia il fasto architettonico tipico della nobiltà del Regno di Napoli e si addentra nel suo angolo più oscuro e recondito: “Non si scorgono subito i graffiti sulle pareti. È l’ombra che li fa scorgere, più della luce. Abbiamo seguito la luce. E abbiamo seguito le ombre”, scrivono gli autori.

Dalla docile pietra leccese emergono il dolore e la speranza dei prigionieri e, soprattutto, il tempo: “Un altro giorno. Un’altra linea”, per non lasciarsi andare alla disperazione. E poi frasi: “io patuto innocente”, “carcerato per invidie”, “pacentia e sofri che col sofrir si vince”, animali, navi, crocifissi, santi. Pochi metri quadri di attesa e sofferenza, una piccola finestrella e il mondo che continua a scorrere oltre le possenti mura del palazzo.

Le fotografie di Daniele Coricciati restituiscono un microcosmo di storie struggenti da accarezzare con lo sguardo come a restituire un po’ di conforto a chi fu privato della libertà.





A CURA DI SARA SARACINO E DANIELE CORICCIATI

GRAFFI SEGNI DI LIBERTÀ

KURUMUNY, 2020








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