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La danza senza tempo delle mani di Assunta Fanuli

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Dove gli abiti sanno danzare, le note di Franz Schubert giocano all’eco tra le volte a stella e una donna operosa si muove a passo di grazia. Minuta, elegante, si avvicina all’ingresso dell’antico palazzo di via Pacelli, nel cuore di Manduria, pronta ad accogliere dei viaggiatori nella sua personalissima fiaba.





Assunta Fanuli Atelier è il nome di questo luogo, che è un laboratorio di alta sartoria, ma anche un bed and breakfast, uno spazio per eventi culturali e convivi dedicati alla cucina storica. Merito della padrona di casa, presidente del Circolo pugliese della Società di Danza, direttrice artistica dell’associazione Lo specchio delle arti, maestra di danze storiche e tradizionali scozzesi a Lecce, Manduria, Brindisi e Bari, nonché costumista e coreografa, che ha deciso di dedicarsi anche a un’ospitalità turistica molto speciale nella residenza di inizio Novecento appartenuta ai suoi antenati.
Calcati ventotto gradini, si schiudono il portoncino bianco e il sorriso di Assunta ed è subito stupore. Stupore già solo per ciò che indossa, quell’incantevole salopette da lavoro preziosa di pieghe, tasche e panneggi abbinata ai manicotti a sbuffo. Una delle tante sue creazioni senza tempo, quelle che lei ama definire “abiti per sempre” perché “non tramontano mai” e rappresentano un’alternativa alla tendenza odierna delle mode usa e getta, tanto da poter essere rinnovati di anno in anno purché si scelgano “tessuti pregiati e quindi duraturi”.
L’amore per le cose belle e le materie prime di qualità anima la vena creativa di Assunta, un fiume in piena di idee che puntualmente realizza grazie a una tenacia fuori dal comune.





Nell’ampio salone arredato con gusto impeccabile, illuminati dal pavimento a mattonelle bicolore, alcuni abiti storici fan bella mostra dai manichini, opere d’arte realizzate a mano con stoffe che sembrano brillare di luce propria. A incorniciarne la bellezza, tutto intorno, poltroncine imbottite, tavolini d’antan e consolle in legno, un pianoforte francese, cappelli di paglia adorni di fiori e ombrelli da passeggio. Un maestoso abito ottocentesco color carta da zucchero è bordato di trine e raso intrecciato e la gonna, all’occorrenza, può trasformarsi in una mantella con un piccolo trucco scoprendo in parte la sottogonna immacolata, dove ogni minimo dettaglio, anche il meno evidente, è meticolosamente curato. A centrini e chicche d’altri tempi si affiancano, tuttavia, particolari da XXI secolo, come la vasca da bagno contemporanea dal design rétro nella stanza adibita a toilette, scaldata da un camino a legna sul quale la scritta “Vietato Fumare” è un grazioso ricamo in cornice. Storia e modernità si potenziano a vicenda perfino nella cuffietta che serve agli ospiti per non bagnarsi i capelli: Assunta l’ha cucita utilizzando con disinvoltura candidi merletti e pvc trasparente. Nell’atelier e bed and breakfast Fanuli ci si può assopire nel 2019 per svegliarsi in pieno Rinascimento, nel XVIII secolo oppure nell’Ottocento, magari mentre nella vicina sartoria prende forma il proprio abito dall’anima antica. Qui ci si può rinfrancare durante una “danza vacanza”, optando per pranzi e cene d’altri tempi, corsi di cucina, ricamo, cucito, disegno. Oppure si può prenotare uno shooting in costume con il fotografo ufficiale Giuseppe Fanuli, mettendosi nelle mani di Assunta, che studia perfino le acconciature e la postura da assumere di volta in volta davanti all’obiettivo. Nella stanza vicina all’ingresso, inondata dalla luce chiara, un abito da sposa stile Impero attende l’ultima prova prima delle nozze della nubenda. Assunta cuce “abiti da giorno, da sera, per occasioni importanti, per la danza e il teatro”, ma in ogni caso questi nascono “sempre da un’intuizione” e dalla ricerca del “giusto connubio tra passato, presente e futuro”. Il punto di partenza è il committente dell’abito, spiega, perché quest’ultimo dovrà “arricchire la persona e arricchirsi della persona”.





Dallo schizzo, ispirato alla storia del costume, si passa al cartamodello e all’accurata realizzazione, fino alla prova del nove, ovvero il momento in cui gli abiti “danzano”. Nella maggior parte dei casi, infatti, le creazioni di Assunta vengono indossate in occasione degli eventi organizzati dalla Società di Danza e dall’associazione Lo specchio delle Arti: pic-nic e colazioni “en plein air”, feste scozzesi con menu a tema, gran balli ottocenteschi degni della principessa Sissi, occasioni speciali in cui gli abiti indossati “aiutano” a danzare e “danzano essi stessi attraverso le pieghe, i lacci, le cuciture, i pizzi e le guarnizioni”. Vien da chiedersi da dove sia scaturito tutto questo, quale sia stata la scintilla che ha dato vita al suo grande e unico progetto. “Il mio lavoro è il risultato dell’incontro con una serie di discipline del corpo e dell’anima tra le quali il disegno, la danza, il costume e il teatro”, spiega tra le pagine virtuali del suo nuovo sito (www.assuntafanuliatelier.com). Un lungo percorso in cui si è lasciata guidare da suggestioni e sensazioni: da quando gli occhi di Assunta bambina erano ammaliati dai lavori della prozia sarta a quando apportò le prime modifiche sartoriali sugli abiti della sorella, dalle esperienze segnanti a Bologna, dove studiava tecniche di progettazione per l’abbigliamento e seguiva i corsi di Fabio Mollica, il fondatore della Società di Danza, che conta oggi più di 50 circoli solo in Italia. “Ho incontrato l’Oriente”, racconta, “nello yoga, nella meditazione, nel tai chi, nell’aikido. Nell’Occidente ho praticato la danza contact, quella contemporanea, la danza indiana. E poi tanto teatro e sperimentazione”.





Una formazione trasversale, fatta di esperienze e anche di studio, tanto che molti dei testi amati da Assunta si possono oggi consultare nel suo atelier, dove presto nascerà una biblioteca specializzata: tra i tanti libri che popolano l’atelier, nella stanza cinquecentesca il leggio è occupato dalla “Raccolta di vari balli, fatti in occorrenza di nozze e festini da nobili cavalieri e dame” del maestro di ballo Fabrizio Caroso (1581); più in là i “Saggi consigli domestici per la perfetta gentildonna” di Mrs. Isabella Beeton, ristampa di un best seller dell’età vittoriana (Nuova editrice Berti, 2013) e alcuni fondamentali volumi di Fabio Mollica come “La Danza di Società nell’Italia dell’800” (Bologna 1995).
Dopo un caffè caldo servito in tazzine di porcellana, Assunta mostra proprio di saper coccolare e sorprendere i viaggiatori: “Volete indossare un abito?”. Dapprima il gelo. Poi, tempo venti minuti, ci si ritrova in un sogno color pastello. Nuca scoperta, schiena diritta e décolleté in evidenza al punto giusto, i merletti che frusciano sui polsi e i fiocchi, tanti e così morbidi, si sorride felici come bambini.
È la magia di Assunta, che non ha di certo con sé una macchina per viaggiare nei secoli, ma generose mani d’oro e sensibilità senza tempo.





di Alessandra Guareschi


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