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Nel dominio del tabacco: le fabbriche e i taraletti, tra storia, tragedia e memoria

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Non è necessario scavare molto a fondo nella memoria collettiva per rivedere le foglie di tabacco lasciate seccare lungo le strade assolate del Salento. Penzoloni sulle corde dei “taraletti” o raggruppate a “chiuppi” erano, fino a pochi decenni fa, la fotografia dell'operosità di tante famiglie e di un’economia solida e totalizzante.

Nel dominio del Tabacco”, un omaggio doveroso alla cultura tabacchicola salentina, è la ricerca firmata da Maria Concetta Cappello che, per Kurumuny, indaga i passaggi fondamentali che hanno reso il Salento la “culla del tabacco italiano”. E non c’è dubbio: quello del tabacco era un vero e proprio “dominio”, dal punto di vista paesaggistico e sociologico. Una narrazione polifonica racconta di quella incredibile parabola e del suo declino attraverso preziosi contributi.

Quello di Mirko Grasso conduce alla potenza evocativa di Vittorio Bodini, che affresca il Salento rurale dedicando al tabacco una raccolta delle sue opere, “Xanti-Yaca”. Nel capitolo curato da Remigio Morelli, si ricorda il deputato Giuseppe Calasso, le battaglie parlamentari, il ruolo dei sindacati e quello del Partito Comunista. Nel capitolo curato da Antonio Monte, si assiste al passaggio epocale dalla produzione di tabacco da fiuto “polvere leccese”, in favore delle varietà levantine, introdotte a fine Ottocento per rispondere alla crescente domanda di tabacco da fumo.

Il volume ripercorre poi le tappe salienti di questa epoca e, nel primo ventennio repubblicano, emerge la ingombrante presenza del Monopolio di Stato che indusse all’investimento numerosi concessionari, senza tuttavia migliorare le inique condizioni di lavoro delle tabacchine. Se ne parla al femminile, perché le donne, dimostrando una particolare capacità organizzativa, erano le protagoniste in tutte le fasi della filiera, e si mobilitavano per il miglioramento delle condizioni di lavoro, che cambiarono poco nonostante lotte e proteste. E infatti, come uno schiaffo, arrivò la notizia tragica: era il giorno di Sant’Antonio, nel 1960, quando a Calimera andò a fuoco il magazzino di via Martano.

Di quella tragedia raccoglie la testimonianza “Arsevite”, documentario di Alberto Giammaruco e Christian Manno, parte integrante dell’affascinante e completo racconto corale. Inizia nel giorno di un triste anniversario “Arsevite”. È il 13 giugno del 2018, e un lamento funebre si diffonde ancora per le strade di Calimera. Sono passati 58 anni da quel giorno maledetto, e la ferita non sarà mai completamente rimarginata. Era il 13 giugno del 1960 quando prese fuoco il deposito di tabacco Villani e Pranzo e sei tabacchine trovarono la morte. Oggi, quella tragedia collettiva continua a rivivere tra le parole di chi ne fu testimone: di chi ancora piange l’assenza di una madre, di chi cammina lentamente tra i viali del cimitero, di chi scava tra gli archivi e i giornali dell’epoca. Quella tragedia è raccontata nel film documentario, un omaggio alle sei donne morte in quell’incendio, per l’assurda, fatale scintilla innescata dalla sigaretta gettata a terra dal brigadiere Bernardino Cecchini, ironia della sorte, preposto alla sicurezza del tabacchificio. È questo un modo per dare dignità alla figura delle tabacchine. È un modo per scavare nelle tante verità mai dette. Il racconto diventa una voce unica, si amalgama sulle musiche originali di Igor Legari, graffia sulle corde del contrabbasso. È l’ultimo “moroloja” per le tabacchine. Dignitoso omaggio per chi ha donato la propria vita in cambio di pane e lavoro.

Maria Concetta Cappello, Nel dominio del tabacco. Pp. 267; Arsevite, dvd di Alberto Giammaruco e Christian Manno; euro 22. Kurumuny ed.

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