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La “Speranza” di Dell’Angelo Custode

“Ce la faremo”, l’opera dell’artista installata a Nardò in piazza Mazzini}

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Quando tutto sarà finito, quando ci lasceremo finalmente alle spalle questi giorni di paura, tragedia e lontananza, dovremmo includere nel ricordo di questi tempi anche la capacità che avemmo di coltivare la speranza. Quel sentimento che trovò nella frase “Andrà tutto bene” gli italiani riuniti sotto un arcobaleno, come un ponte da attraversare verso un futuro dai mille colori. “Speranza” è il titolo dell’opera che Daniele Dell’Angelo Custode ha realizzato e donato alla sua città, Nardò, installata in piazza Mazzini.

L’artista, scultore del metallo, le cui opere sono state esposte in diverse parti d’Italia oltre che a Londra, Dubai, Bruxelles, nel piegare, tagliare e modellare la sua consueta materia prima, questa volta si è discostato dall’abituale pratica di “far parlare il metallo”, di accompagnarlo nella mutazione creativa e nelle sue reazioni con l’ambiente.

Questa volta, Dell’Angelo Custode sceglie la via che qualcuno potrebbe definire “didascalica”: una struttura di tre metri di altezza che riporta in verticale e sillabata la scritta “ce la faremo”.È la parafrasi di una speranza. La frase sagomata nel metallo si fa metafora di un abbraccio forte, di quelli dati per incoraggiare, sostenere, spronare nei momenti più difficili.

La quarantena non ci allontana dall’arte”, scrive l’artista nella sua pagina Facebook, non avrei immaginato 10 giorni fa che tutto questo sarebbe accaduto, che sarebbe cambiato tutto all'improvviso. Ma è cambiato e ancora cambierà. E questo fa paura. Ho voluto dare alla città un segnale di incoraggiamento, con un opera figurativa dal titolo ‘SPERANZA’. Che lo sia davvero per tutti. Un messaggio che tutto questo passerà, ma che non dimenticheremo”.

Le installazioni inserite all’interno degli spazi sociali, hanno spesso un destino e un’accoglienza “difficile”. Non sempre sono percepite positivamente ma, forse, in questo caso, in questo tempo di scoramento e incertezza, si andrà al di là del soggettivo parere estetico che infervora e divide, facendo prevalere quel sentimento di forza, fiducia, speranza che un giorno, speriamo non troppo lontano, posando lo sguardo su quest’opera ricorderemo di aver condiviso, tutti indistintamente.

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