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Fatti di carta: fiabe regalate e versi collettivi

Un’iniziativa pensata per continuare a fare rete e restare uniti

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C’è chi prova a riempire di senso quel “andrà tutto bene” che tappezza balconi e profili social, in questo tempo di attesa e di speranza. Non è, dunque, solo un messaggio di buon auspicio ma una promessa che si fa vera con il progetto “Pronto, chi fiaba!” dell’associazione culturale Fatti di carta di San Pancrazio Salentino, impegnata da sempre nella divulgazione dell’amore per i libri e la lettura.


Un’iniziativa pensata per continuare a fare rete e restare uniti, per far sentire la propria vicinanza nonostante l’isolamento, donando una fiaba al telefono a una persona cara, un regalo insolito in un tempo fuori dall’ordinario. Che ci sia una data da celebrare o un’occasione per ribadire il proprio affetto e la propria presenza, è sempre il momento giusto per ascoltare una storia. Così si sceglie una favola tra quelle messe a disposizione dalla Biblioteca della Community Library di San Pancrazio, Poli Officine Culturali, inaugurata lo scorso dicembre, e si prenota l’ora della telefonata. Sarà poi un cantastorie a raccontarla, donando a chi la riceve qualche minuto di evasione, conforto e il piacere di ricevere in dono la potenza, la magia e la bellezza di una fiaba.


L’associazione inoltre, combatte l'isolamento, aderendo al progetto nazionale di Parole Ostili, “Ringraziare voglio”, ispirato alla poesia di Jorge Luis Borges “Altra poesia dei doni”, con l’obiettivo di riconoscere e portare alla luce le sensazioni, le emozioni e i pensieri che danno profondità e colore all’esistenza, rendendoli patrimonio culturale.


Fatti di carta ha invitato adulti e bambini a inviare un verso, il proprio “Ringraziare voglio” che il 2 aprile è diventato un componimento collettivo, un inno laico alla vita. C’è chi ringrazia le persone care, vicine in questi giorni difficili, chi gli operatori sanitari in prima linea per l’emergenza, chi è grato alla vita e alle sue innumerevoli possibilità. Una celebrazione della ricchezza dell’esistenza, come diceva Borges negli ultimi versi della sua poesia, “per il fatto che questa poesia è inesauribile e si confonde con la somma delle creature e non arriverà mai all’ultimo verso e cambia secondo gli uomini”.

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