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Dalila, chiamami col mio nome

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Fragilità è il nome che si dà alla felicità, quando vola con la testa fra le nuvole e affonda i piedi per terra. È il suono di una voce di velluto, è l’arpeggio di una mano che accarezza le corde di una chitarra acustica. È l’animo umano che si mette a nudo, che si veste di colori world, pop e soul. Ma è tutto fuorché “Fragile”, Dalila Spagnolo, giovanissima cantautrice che, dopo i primi singoli, debutta con il suo primo Ep. Sono sette brani da “maneggiare con cura”, tra grumi di “Polvere” che si solleva impalpabile, provando a far volare via gli errori, e “Tutto di me”, canzone sussurrata allo specchio, mentre si fissano gli occhi: i propri. E poi si spazia tra ritmi e atmosfere che toccano il West Africa, sfiorano il Marocco, lambiscono l’Egitto e infine fanno ritorno in Europa, regalando all’album quell’ampio respiro che si dichiara apertamente in “Universo”. La chiusura è per “You are not alone”, insieme alla Giovane Orchestra del Salento. Per chi ha voglia di andare oltre, si consiglia la “Special Edition”, una “Scatola fragile” disponibile sul sito di Dalila dove, oltre al cd, è racchiusa l’“Agenda dell’impegno”, per “segnare per in-segnare” e appuntare le proprie sfide, le proprie fragilità quotidiane.

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