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Dal Salento al Libano per salvare le tartarughe e il paesaggio costiero

Le città di Tricase e Tiro suggellano il dialogo intermediterraneo per la tutela del mare

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“Un incontro bellissimo, pieno di emozioni”, con tutta la potenza che hanno quelle sinergie foriere di buoni risultati. È stato così, nei giorni scorsi, quello della delegazione del Comune di Tricase con il sindaco e la comunità di Tiro, città fenicia del Libano, per la missione di monitoraggio del progetto di cooperazione “Blue Tyre”, avviato nel settembre 2021.

Agnese Dell’Abate, Sara Panico e Patrizia Nicolì, delegate per la città salentina, insieme ad Alberto Piccinni, capo progetto del CTM (Cooperazione nei Territori del Mondo), hanno consegnato al primo cittadino di Tiro lo stemma tricasino, mentre gli esperti Piero Carlino ed Enrico Panzera, del Centro recupero tartarughe marine di Calimera, hanno fatto dono di un esemplare in resina di tartaruga con la quale vengono realizzati training ed eventi di sensibilizzazione per i pescatori e la comunità costiera libanese.



“Blue Tyre” è un partenariato nato nel Salento e guidato dal Comune di Tricase, con la collaborazione di CTM, con l’obiettivo di migliorare la governance costiera e ambientale di Tiro. L’iniziativa, approvata da Aics (Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo), ha visto il coinvolgimento di realtà del territorio particolarmente virtuose nella gestione ambientale e del monitoraggio marino e costiero, come il Dipartimento di Scienze e Tecnologie biologiche e ambientali dell’Università del Salento (Di.S.Te.B.A.), il Museo di Storia Naturale del Salento e l’associazione tricasina Magna Grecia Mare.

“Lo scopo è individuare un modello economico, turistico e ambientale sostenibile e inclusivo per Tiro”, spiega Alberto Piccinni, “la città e tutto il Libano negli ultimi due anni sono stati colpiti da criticità complesse dovute alla crisi socio-economica, alla svalutazione della moneta locale e alle pressioni antropiche sulla costa, anche per via della presenza del campo profughi di Rashidieh, proprio all’interno di un’area naturale protetta”.



Nel corso di quest’anno sono stati avviati un osservatorio ambientale e un centro di recupero per tartarughe marine proprio all’interno della riserva naturale, fornendo tutti i mezzi e le competenze per monitorare i nidi e salvaguardare la specie. A fine maggio, un gruppo di ricercatori di UniSalento ha condotto delle ricerche sullo stato di salute del mare e della costa, avviando un dialogo proficuo con le associazioni locali e la comunità di pescatori per tutelare tutte le specie non indigene che transitano nei mari del Libano. Infine, è stata fatta una campagna di raccolta di rifiuti dai fondali marini per recuperare reti, cordame, trappole, galleggianti e piombi, tutti molto pericolosi per la sopravvivenza degli animali marini. (Jessica Niglio)

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