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Il salentino Fausto Romano nello spot portoghese contro il Covid

Nello spot del governo portoghese per la sensibilizzazione all'uso delle mascherine, anche l'attore e autore salentino Fausto Romano.

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Un uomo per strada inizia a parlare con un passante. La bocca si apre e uno sciame di vespe investe l'interlocutore. La voce si fa indistinguibile. Il dialogo reso impossibile  È lo spot istituzionale del governo portoghese per la prevenzione dei contagi di Coronavirus, per sensibilizzare la popolazione all'uso dei dispositivi di protezione, in primis la mascherina. "Proteggiti e proteggi gli altri. Per il bene di tutti" è lo slogan dello spot del governo del paese, dove di recente i contagi sono esplosi e il lockdown prolungato.

"È stata la mia prima esperienza su un set portoghese, avevo vinto il casting su decine di attori lusitani, io l’unico italiano". A parlare è Fausto Romano, originario di Galatina, uno dei due protagonisti dello spot. Attore, scrittore, regista e sceneggiatore, Romano ha di recente pubblicato il suo ultimo romanzo "Ninnanò", ma è ormai di base nella penisola iberica. "Ho lavorato insieme a una troupe di professionisti, con i registi da anni esperti del settore della comunicazione per il Portogallo e il Brasile".
"Sono qui da un anno, sono arrivato per scrivere un nuovo romanzo ambientato tra l’Italia e il Portogallo, dovevo rimanere solo due mesi, il tempo di raccogliere abbastanza profumi e notizie, correre la mezza maratona di Lisbona e rientrare in Italia per diversi progetti. Ma il covid e l'innamoramento per Lisbona, ha fatto sì che cambiassi il mio piano ed eccomi qua", racconta. "Da settembre ho dato il via a un laboratorio di teatro e di scrittura per il cinema, proposta subito accolta da tanti italiani che oggi frequentano i miei corsi. In questi tempi ritrovarsi e condividere storie è una ricchezza e può essere una grande rivoluzione, come lo è sempre stato".


"La scelta comunicativa del governo portoghese mi sembra molto netta e precisa. Lo spot è stato condiviso da molti siti italiani che l’hanno definito inquietante, ansiogeno, choc… ma perché, questo periodo non ha in sé tutti questi aggettivi? Sarà che noi italiani vogliamo sempre condire il tutto con quella che chiamano poesia (ma che non lo è), risultando spesso moralisti e poco utili, sia nel messaggio sia nell’atto artistico. Questo è sì un tempo bisognoso di numerosi atti poetici, ma non in una campagna di prevenzione".

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