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Compagni, compagni, compagni

Il romanzo del giornalista Mello è una potente e meticolosa ricostruzione storica, incentrato sui giorni di Livorno al Teatro Goldoni.

compagni
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Venerdì 21 gennaio 1921. Livorno. Nasce il Partito Comunista d’Italia. A cento anni di distanza da questa data storica e simbolica, gli scaffali delle librerie si sono riempiti di tanti saggi ma di un solo romanzo. Quello pensato e scritto dal leccese Federico Mello, giornalista Rai, che, dopo alcuni libri su rete, politica e futuro, si cimenta per la prima volta con il passato e soprattutto con la narrazione.

Un romanzo storico e ancorato alla realtà, ovviamente, ma che propone una chiave di scrittura e di lettura diverse sul Congresso del Partito Socialista che condusse alla prima vera divisione della sinistra italiana e, appunto, alla nascita del Partito Comunista in nome della Terza Internazionale e della Rivoluzione. Gli storici giorni di Livorno (dal 15 al 21 gennaio) si trasformano e si condensano in un’intensa e focosa giornata. Nel suo corposo romanzo, quasi 400 pagine frutto di uno studio e di una stesura di quasi tre anni, Mello mette sé e il lettore al centro del Teatro Goldoni.

Si possono vedere le risse, le pistole, il sangue e sentire le urla, i richiami della presidenza (“Compagni, Compagni, Compagni”), il silenzio assordante durante alcuni interventi che sfocia poi in applausi, fischi, ululati, risate, canti. Si può annusare il tanfo del fumo e del sudore, probabilmente, frutto di una giornata sì fredda e piovosa ma con una presenza strabordante di corpi, molto oltre la capienza della struttura. Mello passa poi in rassegna alcuni dei protagonisti di quegli anni e di quella giornata, rivoluzionari, riformisti e unitari, Bombacci, Matteotti, Terracini, Gramsci, Ignazio Silone, Anna Kuliscioff.

Il finale è tutto per Filippo Turati, lo storico capo del socialismo italiano e per la sua “profezia”. “Compagni!” racconta, con numerosi flash back, il socialismo delle origini, il suo primo “eroico” parlamentare Andrea Costa, il biennio rosso, la parabola di Benito Mussolini e l’affermazione del fascismo. Da non dimenticare poi le “penne fameliche”, i giornalisti che, come accade anche oggi, cercano di carpire malumori e notizie. “È una storia piena di vicende incredibili e colpi di scena”, sottolinea Mello. “Una storia, la nostra storia, che ancora ci parla oggi, dopo cent’anni esatti”.

di Pierpaolo Lala





FEDERICO MELLO

COMPAGNI!
IL ROMANZO DEL CONGRESSO DI LIVORNO
PP. 384, EURO 18 UTET, 2021








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