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Botrugno, un bijou di tesori architettonici

Nel paese di Santu Solomu

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È un bijou di tesori architettonici, Botrugno (2.800 abitanti). Basta recarsi in piazza Indipendenza per rendersene conto. Qui, in un colpo d'occhio si abbracciano il palazzo marchesale, voluto dai Maremonte intorno alla seconda metà del XVII secolo, e la chiesa della Madonna di Costantinopoli. Si sale qualche gradino al cospetto di una cancellata, decorata da colonnine in pietra e trofei. Sul portale di ingresso vegliano la Vergine e due angeli genuflessi che invitano a visitare l'interno, in cui si possono leggere in filigrana i caratteri tipici della chiesa francescana. Compaiono infatti gli altari di San Francesco d'Assisi, l'Immacolata, San Domenico di Guzman e del Perdono di Assisi. Non bisogna infatti dimenticare che la chiesa faceva parte di un convento, poi soppresso nell'Ottocento e trasformato per qualche tempo in abitazione privata.

La chiesa madre, invece, è intitolata allo Spirito Santo ne è la dimostrazione. Come spesso accade, il nucleo più antico risale al XVI secolo, mentre la sua facciata e l'interno sono frutto di più rimaneggiamenti operati nel tempo. Si intuisce dalle strutture murarie: non bisogna essere degli architetti provetti per distinguere gli elementi sei-settecenteschi da quelli contemporanei come la volta a crociera, costruita nel 1967. La facciata è a più ordini ed è movimentata dalla presenza di finestre e portali, uno per ogni navata. Da qui si accede all'interno, dove è possibile ammirare i suoi numerosi altari, tra cui uno dedicato a Sant'Oronzo, precedente titolare della chiesa.

Confusa tra le casette basse e bianche, si trova invece la chiesa della Madonna Assunta, affidata alle cura dell'omonima confraternita che qui vi mise piede nel 1790, in quella che al tempo era una fabbrica nuova di zecca, già perché i lavori finirono nel 1726. Eppure la sua fondazione risale a molti secoli prima: a ricordarcelo è l'abside, dove campeggia un dipinto più antico, che raffigura la Vergine e il Cristo in posizione benedicente. Ai lati, si trova invece Basilio, santo orientale proprio come Nicola, ritratto sul lato opposto.

Altrettanto antica è la storia della chiesa dedicata a Solomo, un santo avvolto dal mistero. Il suo nome non compare in nessun calendario, né della chiesa romana, né orientale. Si tratta dunque di un culto locale, legato alla devozione di qualche famiglia aristocratica, che ha voluto lasciarne ricordo non solo nell'abside della chiesa di Botrugno, ma anche nella chiesa rupestre di Sant'Elena ad Uggiano e nella basilica di Santa Caterina a Galatina.

Il santo patrono è Sant'Oronzo: in suo onore la popolazione è solita imbastire due feste. Il 20 febbraio si celebra, infatti, la "festa piccinna", mentre ad agosto non si bada a spese per dare vita a una tre giorni (dal 25 al 27) ricca di eventi, luminarie e bancarelle. In agosto, Botrugno freme di attività: si festeggia infatti l'Assunta (15 agosto) e la sagra dell'anguria due giorni più tardi.

Botrugno dista da Lecce 38 chilometri, mentre il mare più vicino è quello di Santa Cesarea Terme a 14 chilometri.




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