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Ascolto, comunicazione, routine: come sopravvivere all'isolamento

Intervista al professore Omar Gelo, con un primo report sulle telefonate arrivate in ateneo.

Il professore Omar Gelo
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Preoccupazione, senso di solitudine, difficoltà di concentrazione. Sono stati emotivi molto diffusi nei giorni dell’emergenza COVID. Per sostenere la propria comunità in questa fase di maggiore vulnerabilità, l’Università del Salento, su impulso del Rettore Fabio Pollice, ha attivato un servizio di supporto psicologico rivolto agli studenti, al personale tecnico-amministrativo, ai docenti e ai loro familiari. Un team di psicologi dell’Ateneo, coordinati dal professore Omar Gelo, Presidente dei corsi di laurea di area psicologica, rispondono al numero 0832/299100, attivo dal lunedì al venerdì (ore 9-13 e 16-18) per accogliere le richieste di aiuto. 

Si tratta di un intervento di ascolto empatico, che non sostituisce i servizi professionali di counseling psicologico o di psicoterapia, ma che offre una prima forma di contenimento al disagio causato dalla particolare condizione in cui tutti ci troviamo. Si può chiamare anche in forma anonima, vengono raccolte solo poche informazioni di carattere generale (età, sesso, status – studente, personale, familiare) per poi dare uno spazio di ascolto entro il colloquio, che dura fino a 30 minuti. 

“Il pericolo rappresentato dal virus, con la paura di essere infettati e l’isolamento geografico dovuto al vincolo di dover rimanere a casa generano ansia, una reazione di allarme che prepara a una risposta rispetto al pericolo percepito”, spiega Gelo, “abbiamo riscontrato spesso in queste prime telefonate un’ansia generalizzata, cioè non legata – almeno apparentemente – a un motivo specifico, ma innescata dall’attuale situazione di emergenza e pericolo che stiamo vivendo".

"Sappiamo tuttavia che questa ansia e paura rimanda ad ansie e paure preesistenti: la paura del coranavirus fa parlare anche altre paure, più profonde, più antiche”, continua. Agitazione, ma anche abbassamento del tono dell’umore – che si presenta con senso di vuoto, apatia e svogliatezza – sono gli stati emotivi più comuni. A questi si aggiungono pensieri intrusivi e rimuginio, così come compulsioni ipocondriache. Inoltre, la routine quotidiana che si interrompe provoca difficoltà di concentrazione generale, incide sullo studio e sul lavoro, genera confusione. “Uno dei meccanismi efficaci per il contenimento di queste manifestazioni è l’ascolto empatico che fa sentire compresi e meno soli”, afferma il docente, “così come la normalizzazione dell’emozione: il riconoscimento di come essa sia una reazione comprensibile di fronte a una situazione del tutto nuova, che mette in crisi certezze e adattamenti acquisiti. Sapere che dall’altra parte del telefono c’è una persona competente con cui condividere paure, preoccupazioni e difficoltà può avere effetti benefici immediati”. 

Ad ogni modo, tenere a bada l’angoscia, i pensieri ossessivi e rimuginanti e l’inquietudine è possibile adottando delle piccole strategie: “Stabilire una routine quotidiana, mantenere un buon equilibrio sonno-veglia, seguire un’alimentazione sana e regolare, impegnarsi in attività che danno piacere o riprendere quelle trascurate per mancanza di tempo, come dipingere o suonare uno strumento”, suggerisce lo psicologo, “si può vivere questo momento come un’opportunità e non solo come vincolo e privazione”. È importante segnalare a se stessi che il cambiamento in corso non è così insormontabile, e dunque fonte di disagio, ma è possibile adattarsi. Occorre invece tutelarsi dall’enorme flusso di notizie sul coronavirus: limitarsi a poche informazioni giornaliere, selezionando fonti affidabili e ufficiali, evitando gli aggiornamenti serali, che potrebbero turbare il riposo notturno. E infine, continuare a coltivare le relazioni umane, i rapporti con le persone care per non vedere frustrato il bisogno umano di comunicare: una telefonata o una videochiamata aiutano a mantenere vivi i rapporti sociali, a ridurre le distanze e a combattere la solitudine.

I professori disponibili per il counseling sono Paola Angelelli, Omar Gelo, Rossano Grassi, Marika Iaia, Emanuela Ingusci, Sara Invitto, Gloria Lagetto, Flavia Lecciso, Annalisa Levante, Tiziana Marinaci, Chiara Valeria Marinelli, Paola Pasca, Giulia Piraino, Simone Rollo, Fulvio Signore e Claudia Venuleo. Già da alcuni giorni scorsi, intanto, grazie alla disponibilità del Servizio di Prevenzione e Protezione, l’Ateneo fornisce anche consigli e assistenza sugli aspetti igienici e sulle procedure stabilite in UniSalento sulla base delle direttive nazionali e regionali. In questo caso, a disposizione i numeri 0832.299224 – 9225 e l’indirizzo e-mail servizio.prevenzione.protezione@unisalento.it, dal lunedì al venerdì con orari dalle 9 alle 13 e dalle 15 alle 17.

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