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A Giurdignano tornano le tavole della solidarietà

Tavola-San-Giuseppe
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I grandi pani con i simboli della cristianità, le arance e i finocchi, l’olio, il vino, i cipollotti selvatici. Ma anche la pasta con il miele e la mollica, le verdure, l’immancabile pesce fritto. Sono solo alcune delle tante pietanze preparate per le Tavole di S. Giuseppe a Giurdignano dove, grazie alla caparbietà della sindaca Monica Gravante e della sua giovane amministrazione, questa tradizione, unica e particolare, è tornata a vivere dopo due anni difficilissimi, che avevano spento proprio l’anima delle tavole: la condivisone. Ora che, sempre con le dovute accortezze, si torna a incontrarsi e stare insieme, il cibo è di nuovo l’anello di congiunzione tra la fede, la solidarietà, l’amicizia.

Ph. Massimiliano Spedicato

Da sempre Giurdignano ha nella sua storia l’antichissimo rito del pranzo offerto in onore del santo come voto o richiesta di grazia. Nel 2022, però, la tradizione si evolve in una Festa 2.0 finalizzata a inserire il paesino in un circuito di promozione delle sue usanze più radicate e sentite. Da qui l’idea di un press tour, pensato da @anime_in_viaggio e @CiccioFumarola Manager Community e organizzato grazie all’amministrazione comunale e alla Pro Loco Sant’Arcangelo De Casulis, che nella giornata di San Giuseppe ha coinvolto blogger, influencer instagram e giornalisti in un viaggio tra i vicoli e le tradizioni di Giurdignano, declinate dalle classiche zeppole offerte dal bar Amnesia, con annessa ricetta originale, ai prodotti del forno Protopapa, dove il giovane e appassionato Silvio, fornaio di terza generazione, ha mostrato come si dà forma ai classici pani a tarallo, in realtà un abbraccio tenuto chiuso da due mani che si intrecciano a tenere il cerchio, e ai simboli che li contraddistinguono: il bastone fiorito per San Giuseppe, le tre palline per Gesù Bambino, il bastone semplice per i santissimi maschi, la corona per la Madonna, il rosario per le santissime femmine.

Ph. Massimiliano Spedicato - Il gruppo di blogger, influencer instagram e giornalisti che hanno partecipato al press tour

Non mancano mai i pani sulle tavole, e ovviamente ci sono anche in quella imbandita per la prima volta nell’oratorio San Giovanni Bosco annesso alla chiesa della Madonna del Rosario. A raccontarla ai visitatori, con passione e coinvolgimento, è Michela Micolani, che con questo rito ci è cresciuta e si alterna con gli altri ragazzi e ragazze dell’oratorio per rendere tutti partecipi della tradizione. La “sua” è una tavola a cinque, che accoglie cinque santi e le pietanze preparate per l’occasione sono cotte e crude: pane, pasta col miele e la mollica, “pampasciuni”, ceci, finocchi e arance e il pesce fritto, sistemato sulla tavola con la testa rivolta verso la porta d’entrata, a significare che tutte le pietanze devono uscire dalla stanza, tutte devono essere donate e consumate.

Mancano le tavole fatte dagli alunni delle scuole elementari e medie, quest’anno, e quelle imbandite nelle case private, visitabili, sono davvero poche rispetto al passato, ma è un colpo d’occhio e un’emozione incontenibile per il cuore quella di Alessia Catalano: la sua porta è aperta e invita all’accoglienza in una piccola stanza in cui una tovaglia intarsiata e luccicante fa da sfondo a ciò che ha preparato per le tre famiglie individuate per la donazione del cibo. Pasta, arance, vasetti di miele, cipollotti, tonno. L’offerta avviene nel primo pomeriggio ma intanto nessuno può lasciare la sua casa senza un panetto e una ciotolina di “purciddruzzi”.

Ph. Massimiliano Spedicato

Ce ne sono tanti anche sulla grande tavola allestita dalla Pro Loco nel Palazzo Baronale di piazza Municipio. I pani di San Giuseppe sono 13, grandissimi, ognuno con sopra il suo panetto tondo più piccolo, la sua arancia, i finocchi. Adagiati vicino ad altri pani benedetti dalla forma allungata forgiata come una palma, che Silvio quest’anno ha regalato a tutte le tavole come speranza di pace. La statuina di San Giuseppe è sistemata in fondo, su una colonnina, quasi che il santo dall’alto volesse controllare che tutto è sistemato come piace a lui, in maniera metodica, precisa, con tutto ciò che è necessario. I vermicelli con i ceci, il vino, l’olio, la pasta con il miele e la mollica. Le verdure cotte e quelle crude, il pesce fritto, i barattoli coi prodotti tipici, la farina. Le grandi margherite gialle mischiate a rametti verdi e candidi fiori bianchi ingentiliscono l’atmosfera riscaldata dai due lumini a olio che ardono davanti a tutto il cibo.

Ma attorno alle tavole di Giurdignano si affolla anche ciò che non si vede con gli occhi: storie di devozione e di gratitudine, racchiuse nelle delizie preparate con amore, magari per un suggerimento avuto in sogno dal santo, o per una grazia ricevuta. Sapientemente poste su tovaglie che sono sempre le più belle del corredo. Perché San Giuseppe è esigente, e vuole il meglio per i suoi protetti: poveri, fuggiaschi, emigrati, emarginati. E questo i fedeli lo sanno.

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