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Filiera tracciata e controllata: la zuppa made in Puglia è 4.0

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Dalla terra alla tavola. Non è mai stato così facile e soprattutto verificabile grazie al dispositivo blockchain, applicato per la prima volta alle zuppe e alle vellutate prodotte con materie prime di stagione, locali e a km0.





Il Salento si conferma il primo territorio che ha scelto di adottare la tecnologia blockchain, ossia un dispositivo di QRcode, un codice multimediale, da scansionare con lo smartphone per controllare dove sono tate coltivate le materie prime, da chi e come, come è stato preparato il prodotto, con quali ricette e quando è stato etichettato o confezionato.





Un'idea dell'azienda Pralina, con sede a Melpignano, che ha applicato il dispositivo blockchain alle "Biodiverse", ossia i vasetti di zuppa prodotti nel Salento da giovani agricoltori che hanno fatto la scelta di tornare alla terra e proteggere la biodiversità del territorio.





Una certificazione in più, una garanzia supplementare di trasparenza e qualità, per invogliare a scegliere materie prime di stagione, fresche e sane. "La nostra è stata una scelta etica", spiega Valentina Avantaggiato, responsabile marketing di Pralina, "in teoria non ne avremmo avuto bisogno perché non c'è una prescrizione normativa che obbliga a questa evidenza spinta, ma la nostra è una scelta consapevole e, a nostro avviso, questo percorso segna il futuro nell'agrifood fondato su un rapporto di fiducia tra produttore e consumatore. Il cibo per noi diventa uno strumento per raccontare una storia, la storia contadina della nostra terra con il suo carico di valori".





Basta allora inquadrare il codice e ritrovarsi tra i campi di grano Saragolla, nelle distese di farro Dicocco, conoscere da vicino, quasi sentire il profumo delle varietà autoctone di cereali e ortaggi. Una risposta tecnologica e innovativa alle rischieste di un consumatore sempre più esigente, che non intende soddisfare il gusto ma anche sostenere le realtà locali, rispettare l'ambiente e, soprattutto, mangiare sano.


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